lunedì 29 agosto 2016

Acqua micellare fatta in casa

Chi non ha mai provato un'acqua micellare, anche a caro prezzo per poi non essere per niente soddisfatta? Beh, io mi sono stufata di spendere soldi e ritrovarmi comunque la pelle unta, o mal struccata, gli occhi che bruciano, qualche sfogo strano, così mi sono messa a spignattare, partendo dagli ingredienti presenti negli inci dei vari prodotti in mio possesso, tralasciando tutte le porcherie petrolchimiche, non é stato facile trovare la giusta combinazione, ma alla fine il risultato é un giusto compromesso costi/efficacia, nel senso che strucca bene ma l'ho testato solo su prodotti non waterproof e solo con cosmetici minerali o senza siliconi o porcherie strane, perché manco a dirlo, io non li uso; la mia pelle, che é mista, acneica e atopica (peggio di così probabilmente ci si lava solo col napalm) non rimane untuosa dopo aver passato il dischetto di cotone, non si arrossano gli occhi e non bruciano quando si strucca il mascara, in un mese non mi sono apparsi sfoghi, non posso dire che sia curativa ma almeno non ho visto aumentare i brufoli, il che é un gran successo rispetto ad altri prodotti.
Per prima cosa procuratevi un contenitore tipo una bottiglietta di struccante o un flacone con una pompetta, sterilizzatelo, se é in plastica il modo migliore é usare la soluzione sterilizzante a freddo per ciucci e biberon oppure le compresse di Milton da sciogliere nell'acqua,(senz'altro più economiche e meno ingombranti da tenere in casa); io ne avevo uno da 150 ml, ingredienti:


150 ml di acqua oligominerale
un cucchiaino di camomilla per tisana
5/6 foglioline di menta fresca (ma anche essiccata andrà bene)
1 cucchiaino scarso di glicerina vegetale
1/2 cucchiaino di shampoo o detergente senza sles, siliconi, parabeni o altre porcherie, i migliori sono gli shampoo per lattanti, quelli che non fanno praticamente schiuma
7 gocce di o.e. di tea tree
1 goccia di o.e. di menta (facoltativo solo per profumare)
0,5 ml di conservante per cosmetici (la quantità dipende dalla tipologia scelta attenetevi scrupolosamente alle indicazioni specifiche per il conservante in vostro possesso)


preparate un infuso con l'acqua, la camomilla e la menta, lasciatelo in infusione per 5 minuti, poi filtratela su una garza o su un filtro da caffè e lasciatela raffreddare, nel frattempo inserite tutti gli altri ingredienti nel flacone, quando anche l'infuso sarà freddo aggiungetelo e date una shakerata al flacone, ecco l'acqua micellare pronta all'uso, ricordatevi di agitare il flacone un pochino prima di ogni uso, in modo che gli oli essenziali si amalgamino.
Quanto abbiamo speso? Per 150 ml circa 0,40€ contro un minimo di 5€ delle acque petrolchimiche che si vedono nei negozi.
Qualcuno vuole ripetere l'esperimento testandone l'efficacia nei confronti del trucco waterproof? Fatemi sapere!

venerdì 26 agosto 2016

Pausa libro: "Quando gli elefanti andavano in treno" (Emanuela Nava)

Oggi per il venerdì del libro di homemademamma vorrei proporre un libricino per bambini della collana "leggoio" Giunti junior, é scritto grande, adatto a lettori neofiti, con grandi illustrazioni e molto d'effetto anche per bimbi più piccoli, noi ad esempio lo usiamo come favole della buonanotte, é suddiviso in sette racconti un po' surreali su animali selvatici: gli elefanti della foresta hanno provato a prendere un treno che è passato nella foresta a portare in città tutti i bambini; i pavoni erano campioni di salto col cucchiaio e vivevano liberi e giocavano insieme alle galline; gli istrici non avevano aculei ma folte chiome da sfoggiare ogni sabato sera; al tempo degli arcobaleni blu le anitre non sapevano nuotare; quando il mese di febbraio era fatto solo di domeniche i coccodrilli vivevano nelle stanze dei bambini e facevano loro molti scherzi; ai tempi in cui la Luna era fatta di formaggio i cammelli ci vivevano e se ne cibavano; i babbuini erano degli artisti, pittori e attori, andavano spesso al cinema.

A noi piace molto, moltissimo, tanto che quando siamo a casa il Nano mi chiede sempre di leggergli qualche storia, ed essendo piccolino é molto attratto dalle illustrazioni che fanno ben capire cosa sta succedendo ai protagonisti.

venerdì 19 agosto 2016

Ginger Ale....autoprodotto

Il Ginger Ale non é molto conosciuto, ma viene utilizzato sia come base per cocktail di superalcolici sia con solo un po' di ghiaccio come aperitivo analcolico, qui da noi é quasi introvabile, se non in qualche rivendita di liquori o a volte all'ipercoop, comunque se fresco può essere benissimo una bibita dissetante, a patto di non esagerare perché contiene comunque molto zucchero. L'idea mi é venuta perché avevo preparato il miele allo zenzero seguendo la ricetta di Fukushimaku e una volta finito il miele sono rimasta con mezzo vaso di fettine sottili di zenzero ancora profumatissime intrise in poco miele. Ho fatto varie prove, tra cui provare ad ottenere l'acqua frizzante usando il lievito di birra, ecco non lo fate perché viene uno schifo come sapore, alla fine sono riuscita ad ottenere quel che volevo!

ingredienti per una bottiglia da 1,5 litri
1 bottiglia d'acqua frizzante
3 cucchiai di zenzero grattugiato fresco (nel mio caso esauste dalla preparazione del miele allo zenzero)
120 g di zucchero
il succo filtrato di un limone
togliere un bicchiere d'acqua dalla bottiglia (bevetelo che fa caldo), in una zuppiera mescolate tutti gli ingredienti facendo attenzione a far sciogliere bene lo zucchero nell'acqua, poi con l'aiuto di un mestolo ed un imbuto travasare tutto nella bottiglia d'acqua, fate scendere anche i pezzetti di zenzero, riponete in frigo 12h col tappo ben avvitato, trascorso questo tempo la bevanda é pronta e dura circa 1 settimana conservata in frigo.
Quanto abbiamo speso? Per 1,5 litri circa 0,50€ se usiamo limoni dell'orto, 1,00€ se il limone lo andiamo a comprare.


Pausa libro: La famiglia Karnowski (Israel J. Singer)

Questo libro non é esattamente una lettura leggera o da week-end, con le sue quasi 500 pagine e gli argomenti trattati, ho dovuto leggerlo in una settimana intera intervallandolo con altre letture più leggere, ma nonostante ciò sono riuscita a finirlo perché la scorrevolezza nella narrazione e la curiosità hanno prevalso sullo sconforto dovuto alla mole del libro stesso.
La narrazione copre un periodo di tempo abbastanza ampio visto che tratta ben tre generazioni della famiglia Karnowski, David il patriarca autodidatta che emigra da un paesino sperduto della Polonia fino a Berlino perché ritiene che nel Paese di origine vi sia troppo oscurantismo nella sinagoga che ha preso a frequentare dopo il matrimonio con Leah, grazie all'attività del suocero, che possiede una segheria, riuscirà a commerciare ed arricchirsi in Germania, anche grazie al suo tedesco impeccabile, studiare le Scritture e verrà considerato un aristocratico dagli altri intellettuali anche se le sue origini non sono tali; suo figlio Georg, nato in Germania, andrà al fronte come medico durante la Prima Guerra Mondiale, e tornato si dedicherà alla ginecologia, riuscendo ad avere una clinica rinomata in tutto il Paese, sposerà Teresa, una "gentile", rappresentando la generazione dell'integrazione; l'unico figlio di Georg, Jegor vivrà sulla propria pelle il periodo nazista e si troverà a dover emigrare in America con tutta la sua famiglia.
Non avevo mai letto nulla di scrittori yiddish, quando ho preso questo libro sono stata fortemente combattuta perché avevo paura , anche vista la dimensione del tomo, che fosse uno stile troppo simile a Cechov o Pasternak, che francamente di solito trovo prolissi e difficilmente riesco a digerire in meno di qualche mese, ma in questo caso mi sono volentieri ricreduta e penso cercherò altri titoli di Singer o di altri autori yiddish, libro consigliatissimo insomma!

venerdì 12 agosto 2016

impacco capelli ai semi di lino, lavanda e jojoba

Ultimamente ho pubblicato solo ricette di cucina, e mi sono resa conto che stavo diventando l'ennesimo pessimo blog di sole ricette alimentari, cosa che é distante anni luce da quello che vorrei condividere, ovvero un'autoproduzione di quante più cose possibili per essere meno schiava del mercato e quindi del mio triste lavoro, di cui per ora ho ancora bisogno purtroppo.
Siamo stati al mare qualche giorno e i miei capelli ne sono usciti malissimo, pieni di nodi e secchi, nonostante il ghassoul, dunque ho pensato di farmi un balsamo, ho girovagato in rete ma molte ricette prevedono ingredienti che sono difficilmente reperibili o vari tipi di conservanti che non vorrei proprio usare, ovviamente tagliando e cucendo le varie ricette non é venuto fuori il balsamo, ma un fluido che usato dopo lo shampoo o il ghassoul e poi sciacquato districa magicamente tutti i nodi, quindi ho sempre i capelli secchi ma almeno sono senza nodi!
ingredienti:
200 ml di acqua distillata
un cucchiaio di semi di lino
un cucchiaino di aceto di mele
un cucchiaino di olio di jojoba
2 gocce di o.e. di lavanda
in un pentolino fate bollire per 15 minuti i semi di lino nell'acqua distillata, spegnete il fuoco e coprite con un coperchio, lasciate raffreddare almeno 6 ore a temperatura ambiente, poi filtrate il gel ottenuto schiacciando bene i semi, aggiungere al gel l'aceto, l'olio di jojoba e l'olio essenziale di lavanda, amalgamate il tutto e trasferite il composto in stampini per il ghiaccio per la conservazione in congelatore, altrimenti il composto si conserva in contenitori chiusi in frigo per circa una settimana, ma non farei più di un'applicazione a settimana.
Quanto abbiamo speso? Per 200 ml circa 0,72€ contro i minimo 5€ dei preparati petrolchimici che si vendono nei negozi

Pausa libro: A testa in giù ( Raffaella Formillo)

Questo libro fa letteralmente cambiare la prospettiva del lettore, composto da 14 racconti brevi come perle di una collana che vengono tenute insieme da un unico filo conduttore, che però non si scopre fino all'ultimo racconto. Diversi sono i personaggi, diverse le ambientazioni e diversi i generi letterari, si va dal diario al racconto horror, tra i protagonisti due bambini, una guardia carceraria, un bambolaio, un tassista e una donna col cuore infranto. Non lo definirei un romanzo"leggero" ma l'ho letto tutto d'un fiato, la lettura é scorrevole anche se in molti punti é stata un po' forte, salvo poi capirne il senso nel racconto finale in cui la prospettiva viene nuovamente stravolta, a testa in giù appunto!

Seitan

Avevo scattato una foto, del seitan nel suo liquido di conserva, ma assomigliava molto ad un esperimento dell'orrore, alla Frankenstein per intenderci, e quindi, non volendo infierire, post senza foto.
Dalla intro penso si deduca anche quello che penso di questa ennesima autoproduzione che entra a pieni voti nei "MAI PIÙ", e non tanto perché sia uno spreco di energia o il risparmio sia irrilevante, semplicemente sono stata disgustata dal prodotto finale, ho provato a farne scaloppine, a condirlo con funghi, a farlo con panna vegetale e pepe verde, ma più che il gusto, é proprio la consistenza del tutto che mi ha amareggiata, e sulla consistenza ben poco si può fare purtroppo.
Mi é balenato nella mente questo esperimento perché un bel giorno ne ho sentito parlare da qualcuno e forse in un passato remoto ne avevo assaggiato e forse in preda a chissà quale delirio da stress mi era forse piaciuto. Troppi forse in una frase sola. Ho dato un'occhiata ai prezzi di quello già pronto o dei preparati e diciamo che sono a dir poco inavvicinabili. Ho preso la ricetta da veganhome, e mi sono messa all'opera.
1kg di farina manitoba
1 pentolone di brodo
qualche cucchiaio di salsa tamari
1 canovaccio e spago
1 insalatiera
Moltissima acqua fredda del rubinetto


Impastare la farina con poca acqua, finché non si ha una consistenza simile all'impasto per il pane, poi mettere la ciotola con l'impasto nel lavello e iniziare a sciacquare con abbondante acqua fredda, finché l'acqua non sarà pulita, inizialmente l'acqua sarà bianca, perché la farina sta perdendo l'amido, a metà del processo l'impasto tenderà a perdere pezzetti, reimpastarli, il composto sarà pronto quando raggiungerà la consistenza di una spugna, nel frattempo sarà circa dimezzato in volume, mettetelo a scolare in un colapasta e aggiungete un po' di brodo e un paio di cucchiai di salsa di soia, disponetelo nel canovaccio dandogli una forma cilindrica e legatelo stretto, immergetelo nel brodo e fatelo cuocere 30 minuti nella pentola a pressione oppure 1 ora e 15 minuti in pentola normale, fatelo raffreddare e toglietelo dal canovaccio, tagliatelo a fette e conservatelo nel brodo fino al momento dell'utilizzo, si conserva circa 3/4 giorni in frigo.
Quanto abbiamo speso? Circa 1,50€ per un kg di composto, contro le cifre allucinanti dei negozi specializzati (anche 20€/kg) il risparmio é davvero notevole per chi vuole utilizzarlo, ci vogliono circa un paio d'ore per tutto il procedimento, ma dal punto di vista strettamente salutistico é glutine puro che non fa proprio benissimo. Se qualcuno trova il modo di modificarne la consistenza sono sempre aperta a nuovi esperimenti!



giovedì 4 agosto 2016

pausa libro:" gli effetti collaterali delle fiabe" Anna Nicoletto

Nonostante non sia proprio un'amante del genere, mi trovo a parlare di un romanzo rosa, anche se ultimamente ne ho letti parecchi grazie a kindleunlimited visto che la selezione dei titoli é molto limitata e per una lettrice compulsiva da 5 libri/settimana é quasi inevitabile leggere anche qualcosa che non rientra proprio nelle mie corde (prima che qualcuno lo chieda: sì sono asociale e sì soffro d'insonnia).
Tornando al libro, l'ho scelto tra le varie proposte per via del titolo, perché col mio immenso cinismo speravo che per una volta in un romanzo rosa non filasse sempre tutto liscio, (cosa che nella vita non succede mai, almeno nella mia di vita, forse quelle altrui vanno meglio, chissà). In realtà mi sono trovata ad immedesimarmi nella protagonista, Melissa, una programmatrice informatica, che fa anche la commessa pur di pagare l'affitto, finché non incontra nel bagno di un locale, da cui meditava di fuggire a causa di un disastroso appuntamento, una ragazza che le vomita addosso e le cede il suo invito per una festa aziendale, caso vuole che l'azienda in questione rappresenti il lavoro dei sogni della giovane Melissa. Imbucata alla festa conoscerà Stefano, che non é esattamente chi le fa credere in un primo momento.
Carino, non cade nel banale e in molti passaggi non mi é sembrato scontato, anzi a tratti mi ha fatto riflettere su alcune scelte lavorative che ho fatto in giovane età dettate dalle motivazioni sbagliate.




pasta alla doppia trombetta

La zucchina trombetta non é sempre facilissima da reperire, ha un gusto più delicato delle solite zucchine, ogni anno mia suocera ne coltiva una piantagione e molto spesso non sa più cosa farne, per cui arriva in casa nostra.
Il piatto di oggi é semplicissimo anche se prevede di cucinare la trombetta in due modi differenti, verrà usata per fare un pesto e poi conciata in agrodolce, con qualche accostamento che ricorda la Sicilia.
ingredienti per 4 persone:
350 g di spaghettini integrali (possibilmente autoprodotti)
1 zucchina trombetta grande oppure 2 medie
50 g di mandorle pelate
1 cucchiaino di curcuma
sale
due cucchiai di pinoli
un cucchiaio di uvetta
uno spicchio d'aglio
3 cucchiai di zucchero
mezzo bicchiere di aceto di mele

dividete la trombetta in due parti, quella del collo affettatela finemente, e passatela in padella con un po' d'olio in cui avrete soffritto uno spicchio d'aglio e tostato in precedenza i pinoli che terrete da parte, quasi a fine cottura aggiustate di sale ed aggiungete lo zucchero e l'aceto di mele, per poi finire gli ultimi minuti con i pinoli tostati e l'uvetta ammollata in precedenza.
preparate il pesto cuocendo in un tegame con poca acqua e sale la restante trombetta, aggiungete la curcuma, quando sarà tutto ben cotto passatelo nel cutter assieme alle mandorle ed uno spicchio d'aglio crudo e privato del germoglio interno.
condite la pasta con il pesto aggiungendo un poco di olio nel caso fosse troppo solido, e servite aggiungendo la trombetta in agrodolce.
Buon appetito!

mercoledì 3 agosto 2016

succhi di frutta

Il nostro albero di pere questa volta è stato molto più produttivo del solito, non riuscivamo a raccogliere tutti i frutti maturi che all'improvviso cadevano a terra sfracellandosi e attirando nugoli di calabroni che letteralmente spolpavano i malcapitati frutti. Dovendo porre rimedio a tutto questo spreco oltre alle solite marmellate di pere e cannella o pere e cardamomo verde ho aggiunto i succhi di frutta che tanto col caldo fanno sempre piacere. Per quanto preferisca i centrifugati perché fatti al momento e privi di zucchero e cottura per via della conservazione, ho dovuto adattarmi.

ingredienti per circa un litro di succo:
1,5 kg di pere pulite e tagliate a pezzi
300 g di zucchero integrale di canna

centrifuga
barattoli o bottiglie a chiusura ermetica sterili
un pentolone e degli strofinacci

centrifugare la frutta raccogliendo il succo in una brocca capiente, aggiungere poco per volta lo zucchero che dovrebbe essere almeno 1/4 del peso totale, potreste non dover usare tutto lo zucchero indicato, assaggiate per controllare che il gusto non diventi troppo dolce, poi travasare nei contenitori ermetici e chiudere, far bollire in un pentolone avvolti negli strofinacci per 15 minuti e far raffreddare all'interno dell'acqua.
Quanto abbiamo speso? Contando che la frutta é dell'orto, circa 0,30€ per un litro di succo!

martedì 2 agosto 2016

torta aromatica di melanzane

Tempo di melanzane nell'orto, tante da non saperne più che fare, e così oltre alle solite creme al cumino, ho pensato di fare una torta leggera e profumata, da mangiare fredda per contrastare almeno un po' il caldo estivo.
Per una tortiera da 26 cm:
200 g di farina
100 g di margarina vegetale o burro vegetale autoprodotto
sale
acqua fredda di frigo
3 melanzane medie
4 cucchiai di lievito alimentare in scaglie
5 cucchiai di yogurt di soia
1 rametto di menta fresca
1 ciuffo di erba cipollina
sale e pepe
2 scalogni affettati finemente

per prima cosa preparare la base, la margarina dovrà essere a temperatura ambiente, lavoratela velocemente insieme alla farina con un pizzico di sale e poca acqua fredda, fatene una palla e avvolgetela nella pellicola, mettetela mezz'ora in frigo.
nel frattempo pulite le melanzane e tagliatele in quarti, disponetele sulla leccarda e passatele in forno per almeno 15 minuti a 200 gradi, o comunque finché non saranno morbide;  dopodiché lasciatele raffreddare e sbucciatele, frullatele assieme alle erbe aromatiche, aggiungete il lievito alimentare e lo yogurt di soia aggiustate di sale e pepe. Stendete la base e disponetela nella tortiera cuocetela 10 minuti a 180 gradi in forno con cottura cieca (disponete sopra la base un foglio di carta forno con dei fagioli secchi o della pasta secca), estraete la base dal forno e farcitela con la crema di melanzane e disponete le fettine di scalogno per decorare e passatela in forno altri 10 minuti.
Quanto abbiamo speso?contando che le melanzane e le erbe aromatiche sono dell'orto ed ho usato il burro vegetale autoprodotto, circa 0,95€ per una torta da 6 porzioni!
Buon appetito!!!