venerdì 27 gennaio 2017

"Formaggi Vegan fatti in casa" Miyoko Schinner


Per questo venerdì del libro ho scelto un volumetto che mi accompagna da un po' di tempo nei miei esperimenti autoproduttivi, e lo consiglio anche a chi non é vegano o intollerante, giusto per scoprire nuovi sapori.
Il libro è diviso in più parti:
1. Formaggi artigianali e invecchiati
2. Formaggi stagionati
3. Formaggi da fondere
4. Formaggi quasi istantanei
5. Le altre alternative ai latticini
6. Fonduta e salse al formaggio
7. Stuzzichini ed antipasti
8. Piatti principali e di contorno
9. Dessert e piatti dolci a base di formaggio

Non ho provato tutte le ricette, soprattutto non ho neanche considerato quelle del capitolo 8, troppo pasticciate, americaneggianti, per i miei gusti. Le ricette base invece le trovo davvero utili, soprattutto perché il risultato é quasi sempre assicurato, gli ingredienti necessari sono pochi e sempre gli stessi, quindi anche se si fatica un po' a trovare il miso a media fermentazione o la xantana, comunque li potete utilizzare in quasi tutte le ricette presenti e se per qualche motivo non dovesse riuscire una certa ricetta potrete sempre usarli per un'altra.
Le ricette che ho provato io sono:
- rejuvelac, serve come base per la fermentazione, la ricetta é sempre la solita;
- formaggio di anacardi base, ottima crema spalmabile, sapore molto delicato, la migliore scoperta che potessi fare;
- caprino di anacardi, buono ricorda davvero il caprino fresco da latte di capra;
- brie, la consistenza seguendo tutte le indicazioni, é davvero molto simile, il gusto invece è molto più delicato, quindi non aspettatevi delle grosse somiglianze, comunque buono;
- groviera morbido, probabilmente il mio miso era troppo forte e il gusto non é venuto dei migliori;
- groviera a pasta dura, da affettare, la consistenza ottima, il sapore non assomiglia affatto a quello di un qualsiasi formaggio;
- mozzarella fresca, consistenza e sapore molto simili a quella vera, un po' lunga da realizzare ma ne vale la pena;
- formaggio cremoso di anacardi, ottimo nelle cheesecake, facilissimo da realizzare;
- mascarpone, il sapore é un po' meno "grasso" rispetto a quello vero, ma montato con lo zucchero e la vaniglia é un ottimo frosting per cupcake e torte;
- formaggio base allo yogurt, ricetta classica che già sperimentavo da tempo, non delude mai;
- formaggio cremoso allo yogurt, come il precedente ma con l'aggiunta di lievito alimentare e succo di limone, buono, da provare;
- parmigiano di frutta secca, nulla a che vedere con il classico, ma buon insaporitore;
- soffice panna di cocco da montare, la consistenza é identica ma il gusto come é ovvio é di cocco;
Ho trovato invece molto buone e golose tutte le ricette del capitolo 9, le migliori secondo me sono: Base friabile noci-avena per cheesecake, cheesecake al cioccolato, tiramisù alla zucca, pancake di ricotta al limone con mirtilli, cannoli castagne e cioccolato.

Fatemi sapere se provate altre ricette come vi siete trovati!
Con questo post partecipo al "venerdì del libro" di Homemademamma

mercoledì 25 gennaio 2017

Panbrioche semintegrale alla vaniglia

Dopo quasi un mese di latitanza ritorno con un esperimento che più improvvisato di così non si poteva. Ci siamo beccati tutti l'influenza e ho pensato a qualcosa che fosse diverso dai soliti biscotti ed anche un po' più morbido. L'aspetto non è dei migliori ma il fatto che stamattina non ci fosse più metà della ciambella causa mangiatori notturni la dice lunga sul gusto.

ingredienti:
150g di farina integrale
150g di farina 00
5 cucchiai di zucchero integrale di canna
100 ml di latte di soia al naturale (o altro latte vegetale)
1 bacca di vaniglia
3 cucchiai di olio di soia
25 g di burro di cacao sciolto a bagnomaria
2 cucchiai di formaggio di anacardi o di mandorle o yogurt vegetale a piacere
12 g di lievito di birra fresco
olio di riso e farina per la teglia

riscaldate il latte vegetale con la bacca di vaniglia aperta per il lungo e fatelo raffreddare fino a temperatura ambiente. Togliete la bacca, e sciogliete il lievito con il liquido. Aggiungete l'olio, lo zucchero e tutti gli altri ingredienti mentre azionate la planetaria al minimo. Il composto dovrà risultare appiccicoso ma compatto, nel caso potete regolare aggiungendo poca acqua per volta. Coprite e lasciate lievitare fino al raddoppio. Oliate e infarinate una teglia da ciambella o due da pane rettangolari, trasferite l'impasto e coprite dovrebbe riempire completamente la teglia. Cuocere in forno statico per 10 minuti a 180 gradi e altri 10 minuti a 150 gradi.

Ottimo da inzuppare nel thè oppure spalmato di confettura a vostro piacere.
La foto avrei voluto farla a dolce intero, peccato che qualcuno non si sia fatto problemi a sbranarne metà nottetempo...

domenica 1 gennaio 2017

I musici

"Che ore sono?" "Le 15, siamo in ritardo, hai caricato tutto? I cavi ci sono? I piatti?" "Cavolo il rullante é rimasto fuori dalla porta di casa, vado a prenderlo, aspetta."
Partiamo. Suona il cellulare, "ma dove siete finiti?" "Stiamo arrivando."
"Siamo in riserva fai benzina." "Ci mancava anche l'impedito di turno che non sa usare il self, finisce che il veglione se lo fa qui."
 Finalmente arrivati, iniziamo a scaricare, custodie di ogni forma e dimensione, "non dimenticarti l'asta del charleston che nel morto non ci stava".
Anche gli altri scaricano, tastiere, chitarre, ukulele, basso, amplificatori e cavi, milioni di metri di cavi. E poi i monitor, le spie, le aste, i reggichitarre, pedali, altri cavi, i cavi non finiscono mai e non sono mai abbastanza.
"Allora ci siamo possiamo iniziare?", Il fonico richiama all ordine, imposta il sound check, termini e operazioni che sembrano uscite da un altro mondo, sembrano quasi magie e invece sono i cavi, i mixer, i computer portatili ed il fonico ovviamente che fanno tutto. "Proviamo le luci"
"ma quella blu mi prende in volto?"
"Oddio ho perso lo stage-plan, dov'è finito, era qui." Attimi di terrore. Poi il foglio esce fuori per fortuna.
 Li osservo da distante come tante formiche operose. Ne avranno ancora per un'ora come minimo. Fa freddo. Faccio un giro del locale, é immenso, pieno di anfratti. Torno giù alle 19.30 hanno quasi finito.
Tra poco inizieranno a servire il cenone. Abbiamo un tavolo riservato come al solito.
"Non ci sono camerini per cambiarsi gli abiti di scena, sul palco fa freddo, in bagno non c'è spazio, voi come fate?"
"Oddio mi sono dimenticato il vestito a casa, vado a prenderlo faccio presto", "Ricordati il gatto", " No quello ce l ho, tranquilli".
Ore 20.30 tavolo degli artisti, sono arrivate anche le altre mogli, qualche figlio. Ma della cena manco l'ombra, "ma lo sanno che alle 22.30 dobbiamo iniziare?", "scusate ma il vino? Una bottiglia in 15 mi sembra un po' poco, vado in cucina". Iniziano ad arrivare i piatti colmi di torte salate. Fredde. Si inizia dagli artisti per ovvi motivi, ma la sala mormora. I primi piatti arrivano intorno alle 21.15. Freddi. Poi non so, gli artisti si alzano da tavola, vanno a cambiarsi, chi in bagno, chi sul palco, chi in cucina. Altra prova luci. Ci sono tutti, é tutto pronto, manca il pubblico.
 "Ma stanno ancora mangiando?"
"Dicono che ritarderemo fino alle 22.45, così finiscono e scendono giù a sentirci".
Ore 22.40 uno sciame iniziare ad arrivare, si portano le sedie, alcuni spostano delle panche di legno pesantissime, altri si accontentano di stare in piedi sotto i funghi del riscaldamento. Ore 22.46 si inizia, pubblico attentissimo alla parte teatrale, canta e si muove a tempo di musica, é coinvolto, risponde alle richieste degli artisti dal palco. Applausi ad ogni stacco. É quasi mezzanotte, parte il countdown, e loro sono lì sopra, continuano lo spettacolo come se non fossero uomini anche loro, come se non avessero le famiglie lì sotto ad attenderli, ci possono essere solo sguardi tra la folla che si muove, si abbraccia e brinda e le mogli sono lì che si fanno gli auguri tra loro e gli occhi al palco a chi vorrebbero baciare ed abbracciare in quel momento ma non si può c'è uno spettacolo da mandare avanti.
 La gente inizia a scemare. É ora di chiudere. Ultimi applausi. Saluti. Complimenti. Gli artisti scendono dal palco, stringono mani, ringraziano gli amici, hanno ancora l'adrenalina in corpo, i volti non sono ancora tirati dalla stanchezza.
Questa é la parte peggiore per me che non ho adrenalina da smaltire, sono le 3 del mattino passate e bisogna smontare tutto, rimettere nelle custodie, caricare le macchine, i furgoni, e poi in viaggio verso casa, un viaggio che sembra non finire mai, anche se breve. I cellulari che continuano a suonare, altri auguri, risponderemo domani, la stanchezza la fa da padrona su tutto. "Chiudi la macchina che non ce la faccio a scaricare adesso. Prendo solo i microfoni e i piatti." "E questa cos'è? Una scatola di cavi, ma é la tua?" "No" "Ma di chi é?" "Boh".