venerdì 30 dicembre 2016

"La lista di carbone" Christiana Ruggeri

Questa settimana ho scelto un libro non troppo leggero, non sono molto in vena di festeggiamenti e giocoforza il mio pessimo umore si riflette anche sulle letture.
Anna é una ragazza 27enne viziata e infantile, che a causa di cattive compagnie viene condannata dai servizi sociali a lavorare in una libreria del ghetto di Roma. L'incontro con l'anziana proprietaria, Cristina, non é certo idilliaco. Arrabbiata e scostante la prima, fredda e distaccata la seconda. Ma entrambe sono accomunate dalla passione per i libri e per la storia e questo le farà avvicinare moltissimo. Anna deve tenere un diario di questa esperienza che dovrà consegnare allo psichiatra per la riabilitazione, ed é proprio questo diario che leggiamo. La ragazza trova un plico di lettere d'amore indirizzate a Cristina, le legge a sua insaputa, vengono quasi tutte da un campo di concentramento in Germania. In ragione dell'avvicinamento tra le due protagoniste Anna parte per Berlino, con la scusa di alcune ricerche per la sua tesi, ma in realtà sta cercando l'antico amore di Cristina, scopre particolari sconvolgenti sui campi di sterminio, ed un tassello per volta finalmente riesce a trovare quello che stava cercando.
Nel diario si legge anche la crescita e l'evoluzione psicologica della ragazza che alla fine del romanzo appare con una nuova consapevolezza della vita.
É un libro non troppo leggero in alcune parti, soprattutto se come me avete qualcuno che in quei campi c'è stato e vi ha raccontato orrori indescrivibili, alcuni brani sembravano quasi i racconti di mio nonno, interessante l'espediente letterario con cui viene narrata la storia, mi é sembrato un libro valido, da leggere, ma non a cuor leggero.
Buona lettura.
Con questo post partecipo al "Venerdì del libro" di Homemademamma!

giovedì 29 dicembre 2016

Un anno di blog...

Anche quest'anno volge al termine, é stato il primo anno di blog e di "cambio vita", ed é quindi giusto e doveroso fare un breve bilancio di questa prima esperienza.
É stata dura, non solo all'inizio, anche ultimamente, autoprodurre significa che se ti dimentichi o non trovi il tempo di fare le cose che ti servono, rischi di rimanere sprovvisto di qualcosa di fondamentale, e ad esempio a me é successo di non poter fare lavatrici per un paio di settimane, e non é stato bello vi assicuro!
Molte volte la tentazione di comprare qualcosa di già fatto, di già pronto, ha preso il sopravvento perché lavorando quasi a tempo pieno la stanchezza comunque si fa sentire e nonostante le migliori intenzioni si cede e poi ci si sente in colpa.
Ma queste cose me le aspettavo già in partenza, quello di cui sono rimasta piacevolmente colpita é stato come la filosofia del decluttering dopo un paio di mesi di sforzi diventi del tutto naturale e migliori sensibilmente la qualità della vita; non comprare compulsivamente significa non avere il problema del "questo dove lo metto", si ritrova più spazio in casa e fuori, minore é il tempo che si spreca nel riordinare e nel pulire, e si ha più tempo per le cose importanti davvero.
Di questa filosofia di vita fa parte anche il non perdere tempo con persone che ci lasciano spiacevoli sensazioni addosso piuttosto che il nulla più completo, non ha senso sprecare il proprio tempo con personaggi del genere, vengo definita asociale ma se questi benpensanti riuscissero a capire che non si possono giudicare le persone solo da come camminano e che se qualcuno lo fa con me casca davvero male, dovremmo staccarci un po' dai social e parlare davvero, lasciar perdere le apparenze e preoccuparci della sostanza delle persone.
Dopo il pippone posso anche proseguire il mio bilancio, dal punto di vista pulizie casalinghe sono riuscita a diventare indipendente dal mercato fatta esclusione per le materie prime, risparmio garantito, salute guadagnata, inquinamento diminuito.
Per la cosmetica compro solo lo shampoo da alternare al ghassoul, e una crema viso vegana perché non riesco ad ottenere risultati soddisfacenti con i miei esperimenti.
Reparto tecnologia, non pervenuto, o meglio, ho accuratamente evitato ogni tipo d'acquisto, trovando soluzioni alternative.
Vestiario e accessori, questo é il fronte che offre più possibilità, tra mercatini dell'usato e scambi di vestiti da ricondizionare tra conoscenti, ho trovato divertenti queste frequentazioni, si possono trovare dei veri affari e poi volete mettere la soddisfazione nello scovare un capo bellissimo praticamente nuovo a prezzo stracciato?altro che picchiarsi nei negozi il primo giorno di saldi.
Dopotutto é stato un anno positivo di crescita ed evoluzione, spero di poter continuare così, anche perché questo percorso mi ha permesso di conoscere persone fantastiche che condividono le mie stesse idee e che mi hanno insegnato molto. Grazie a tutti!

sabato 24 dicembre 2016

Tortino cioccolato frutti rossi e zenzero

Ricettina al volo dell'ultimo minuto, ma di effetto scenico, ci vogliono solo 10 minuti per realizzarla e due ore di riposo in frigo, giusto il tempo del cenone se siete di corsa come me.
ingredienti per 8 formine cubiche 5x5x5cm:
8 fragole abbastanza grandi
40g di riso soffiato
50g di burro di cacao
100g di panna di soia
2 cucchiai di zenzero in polvere
frutti di bosco a piacere per guarnire

sciogliete a bagnomaria il burro di cacao, il cioccolato e la panna di soia; nel frattempo tagliate in 4 spicchi le fragole e disponetele agli angoli di ogni stampino;
quando il composto al cioccolato sarà completamente fluido aggiungete il riso soffiato e lo zenzero, aspettate qualche minuto in modo da trasferirlo negli stampini non troppo rovente, livellate il tutto in modo da far spuntare le fragole sugli spigoli, decorate con i frutti di bosco a piacere e trasferite il tutto in frigo per almeno un paio d'ore, ma più starà al fresco più sarà buono.
Buon cenone e buone feste!

giovedì 15 dicembre 2016

"Té, zucchero e segreti" Nancy Naigle

Neanche a dirlo, appena visto il titolo non ho voluto leggere neppure l'abstract, dove si parla di the e segreti il racconto non può che essere interessante, ed infatti non ha deluso. Non é un romanzo rosa, non é un giallo, non é un diario, ma la storia é ben scritta, é uno di quei romanzi che si leggono tutti d'un fiato fino a notte fonda.

Jill si trova a ritornare nel suo paesino d'origine in Virginia a causa della morte della nonna, Pearl, che l'ha cresciuta dopo la prematura scomparsa dei genitori. Pearl lascerà un videotestamento per cercare di convincere la nipote a tornare nella casa che le ha viste felici con Garrett, il suo ex-fidanzato. Alcuni strani avvenimenti nella tranquilla cittadina ed il ritrovamento di alcune vecchie lettere della nonna faranno capire a Jill che i segreti di Pearl vanno ben oltre la sua immaginazione, tanto che il suo attuale fidanzato Bradley avrà comportamenti ben poco chiari, e la protagonista e Garrett si troveranno in guai seri cercando un misterioso tesoro.
Libro consigliatissimo, per niente scontato. A me é piaciuto molto.

Con questo post partecipo al venerdì del libro di Homemademamma.
Buona lettura!

venerdì 2 dicembre 2016

"Insegui la tua stella" Åsa Hellberg

Ecco di nuovo una storia tutta al femminile, quattro donne protagoniste, quattro amiche, ognuna con la sua vita in cui ciascuna di noi si potrebbe riconoscere.
Sonja l'artista, muore al primo capitolo del libro, in maniera plateale, come era nel suo stile;
Susanne l'hostess, sempre insicura in amore;
Rebecka la donna manager, che non tollera piú il suo stile di vita;
Maggan la nonna, maestra in pensione, che ha rinunciato all'amore per paura di soffrire;
Le tre donne verranno convocate per la lettura del testamento di Sonja e scopriranno che l'amica aveva tenuto nascosta una bella parte di vita, lasciando una cospicua ereditá ad ogni amica a patto che ognuna rinunci alla attule vita, si trasferisca in un Paese straniero in cui ognuna, distante dalla rassicurante presenza delle altre donne, avrá un progetto da portare a termine, chi una casa, chi un ristorante, chi un hotel. Le amiche scopriranno loro stesse, cosa le rende felici, e soprattutto non avranno piú scuse per rimandare a domani la ricerca della felicitá.
Mi é piaciuto perché la trama é abbastanza semplice ma nonostante ció interessante, piena di personaggi e "sottostorie", ovviamente il lieto fine é scontato, ma é ben scritto e si legge tutto d'un fiato.
Buona lettura!

Con questo post partecipo al venerdí del libro di Homemademamma.

mercoledì 23 novembre 2016

Veg Pancake

Stamattina qui c'é allerta rossa, le scuole sono chiuse, la mia macchina non ne ha voluto sapere di partire, in compenso, per ora neanche l'ombra di una goccia d'acqua...e pazienza, me ne starò a casa...e quale modo migliore per raddrizzare una giornata storta se non iniziare con una buona colazione? Stamattina avevo voglia di pancake, e ne ho creato la mia personale versione adatta agli allergici e vegani, sono semplicissimi e velocissimi:

ingredienti per circa 12 pezzi
15g di non-uovo in polvere e 70ml d'acqua a temperatura ambiente
15g di olio di riso
125g di farina 00
6g di lievito per dolci
20g di zucchero integrale di canna
200ml di latte di soia
cannella o vaniglia q.b.

sciogliete la polvere di non uovo nell'acqua in modo da non formare grumi, aggiungete tutti gli altri ingredienti tranne il latte vegetale che dovrete versare poco per volta come ultimo componente stando attenti a non formare grumi, ottenuta la pastella potete riscaldare una padella antiaderente e versare un paio di cucchiai alla volta di composto, quando inizia a fare le bolle in superficie é il momento di girare la frittella con una spatola e togliere dal fuoco dopo 15/20secondi, dovrete regolarvi in base a quanto le volete cotte. Fatene una pila e conditele con sciroppo d'acero, o marmellata di agrumi o salsa al cioccolato, o qualunque cosa vi suggerisca la fantasia. Buona giornata!

venerdì 4 novembre 2016

"Donne dagli occhi grandi" Angeles Mastretta

Sono stata attratta dalla copertina e dal titolo di questo libro appena é entrato nel mio campo visivo in un mercatino dell'usato. Non ho neanche letto la seconda di copertina, ho deciso di prenderlo con me al primo istante.
Sono 37 racconti di donne di Puebla, cittadina del Messico, alcuni sono molto sbrigativi, la maggioranza sono semplicemente molto intensi anche se brevi. Uno spaccato di una società passata e delle sue donne, con le loro passioni, le loro delusioni, le famiglie, le malattie e la morte, storie quotidiane di donne dagli occhi grandi appunto, e del loro (del nostro) modo di affrontare la vita.
 L'ho trovato molto piacevole da leggere, scorrevole, tanto da essermi messa in cerca di altri scritti della stessa autrice, ecco alcuni passaggi:
"Lo sguardo perduto nel patio, un giorno di pioggia come tanti altri, la zia Fernanda scoprì finalmente la causa esatta del suo smarrimento: la cadenza. Era proprio quello, perché tutto il resto era al suo posto. Era la maledetta cadenza a farle perdere la testa. La cadenza, quell'indecifrabile dettaglio che fa sì che qualcuno cammini in un certo modo, parli con un certo tono, guardi con una certa calma, accarezzi con una certa esattezza."
"Il fidanzato di Clemencia Ortega non sapeva che vaso di follia e di passioni stesse scoperchiando quella notte. Lo prese come fosse marmellata e lo aprì, ma da quel momento tutta la sua vita, il suo tranquillo andare e venire nel mondo, con il suo abito inglese e la sua racchetta da squash, si riempì di quel profumo, di quell'atroce bevanda, di quel veleno."
"La zia Daniela s'innamorò come s'innamorano sempre le donne intelligenti: come un'idiota."

Buona lettura!
Con questo post partecipo al Venerdì del libro di Homemademamma.

lunedì 24 ottobre 2016

Marmellata di castagne, vaniglia e rhum

Finalmente sono arrivate le castagne! E come ogni autunno qui si prepara la marmellata, procedimento laborioso e noioso che però regala sempre immense soddisfazioni nel risultato finale.
ingredienti per circa 1,5kg di marmellata:
1,5kg di castagne
0,75kg di zucchero
200ml di acqua
1 cucchiaio di vaniglia in polvere
1 bicchiere di rhum bianco

incidere la buccia delle castagne e metterle a bollire in abbondante acqua, per almeno 30minuti, spegnere il fuoco e scolarne un paio per volta, sbucciarle e pelarle ancora molto calde, passarle al passaverdura. Preparare lo sciroppo facendo sciogliere lo zucchero nell'acqua, poi aggiungerlo alla purea di castagne, mescolare, aggiungere la vaniglia e riportare sul fuoco per altri 20 minuti sempre mescolando, controllate la consistenza, se vi soddisfa aggiungete il rhum abbassate la fiamma al minimo e continuate a mescolare finché non sarà quasi completamente evaporato. Invasate in vasetti sterili a chiusura ermetica ancora bollente, lasciateli capivolti fino a quando non saranno freddi.
É buonissima! E se le castagne le andate a raccogliere nel bosco, oltre che fare qualcosa di sano e divertente, abbatterete i costi.
Quanto abbiamo speso? Per 1,5 kg circa 1,5€. Mediamente un vasetto del supermercato da 250g costa 3,50€.

venerdì 21 ottobre 2016

"C'è un ladro in fattoria!" Antonella Ossorio e Francesca Assirelli

Ecco un bel libricino da leggere con i bimbi, di qualunque età, della serie "bollicine" edito da Giunti Kids;
una lunghissima filastrocca in rima alternata che narra la disavventura del gallo Ludovico, alla fattoria del Pioppo.
L'oca Anita si sveglia insospettita da un insolito silenzio, trova il gallo Ludovico avvilito e muto, qualcuno gli ha rubato la voce durante la notte! L'oca Anita inizia subito le indagini, interroga il gatto, il maiale, il cane,la mucca, l'asino e il tacchino, ed infine la Capra Berenice che confesserà il misfatto ma a causa di un'ottima ragione, voleva dormire fino a tardi! Risolto il mistero, la capra dovrà chiedere scusa a Ludovico e restituirgli il maltolto.
I disegni sono molto colorati, semplici eppure dettagliati, molto carina l'umanizzazione dei personaggi; il ritmo della filastrocca é piacevole e si presta ad una narrazione fatta con l'aiuto di burattini, da notare che nella terza di copertina ci sono le sagome da ritagliare dell'oca Anita e del gallo Ludovico, un'idea in più, ma per bimbi un po' più grandi potrebbe essere disegnare e ritagliare anche gli altri personaggi e farne un teatrino.
Bel libricino, noi lo usiamo con gli animali della fattoria in peluche ed é molto apprezzato dal Nano.
Con questo post partecipo ai mitici venerdì del libro di Homemademamma!

martedì 11 ottobre 2016

Portulaca sott'aceto



In questi ultimi tempi ci siamo dedicati alla raccolta e preparazione delle erbe spontanee, alcune insospettabilmente buone. Una delle più note e facilmente riconoscibile é la Portulaca, una succulenta spontanea che nei dintorni spunta sempre un po' ovunque tra luglio ed agosto, ha un portamento strisciante e tappezzante, piccoli fiori chiari e microscopici semini neri. Si utilizza per lo più nelle insalate, a crudo, o anche cotta nei ripieni o nelle frittelle visto che ha un sapore simile agli spinaci. Se però vogliamo stupire con una conserva un pochino insolita possiamo metterla sott'aceto e servirla come antipasto o contorno. Il procedimento è estremamente semplice, raccogliete i rametti più giovani e teneri della pianta, sciacquateli per eliminare ogni traccia di terra, portate ad ebollizione una soluzione di aceto e acqua al 50% , sbollentate la portulaca per circa 3 minuti, scolatela ed asciugatela, riporla in vasetti sterili intervallati da fettine di aglio e chiodi di garofano, ricoprire con aceto di mele e chiudere, attendere circa due settimane prima di consumare, si conserva almeno 6 mesi chiuso ermeticamente. Buon raccolto!

giovedì 29 settembre 2016

Bavaresi bicolori

Questi dolcetti dal sapore autunnale sono il frutto della rielaborazione della "bavarese al caramello" tratta dal libro 'Dolci Vegolosi', sempre fonte di ispirazione e che consiglio caldamente a chi fosse interessato a dolcetti semplici da realizzare ma sempre ricercati.
ingredienti per 4 stampini in silicone tipo muffin
100ml di panna vegetale
50 g tra mandorle e nocciole, ammollate per una notte e spellate
250ml d'acqua bollente
50g di cioccolato fondente autoprodotto
30g di zucchero di canna integrale
30g di malto di riso
1 cucchiaino scarso di agar-agar

per prima cosa preparare il latte di mandorle e nocciole versandole nel frullatore insieme all'acqua bollente e frullando per alcuni minuti, filtrate su un colino a maglie strette, tenete da parte un cucchiaio di okara che servirà per dopo.
Mettete a sciogliere a bagnomaria il cioccolato con il malto e 50ml di latte di mandorle e nocciole.
A parte sciogliere il resto del latte con l'agar-agar, la panna, lo zucchero e un cucchiaio di okara. Far sobbollire per 3 minuti.
Dividete quest'ultimo composto in due parti uguali, la prima versatela direttamente negli stampini, mentre la rimanente nel cioccolato fuso.
Quando il primo composto negli stampini si sarà abbastanza rassodato versare la parte al cioccolato e far raffreddare per poi passare almeno 3 ore in frigo.
Durante questa fase prestare molta attenzione a non far vibrare o prendere scossoni ai composti in via di solidificazione, l'agar-agar tende a liquefarsi.
Una volta solidificati potete toglierli dagli stampi e decorarli a piacere, ad esempio con del caramello.
Quanto abbiamo speso?circa 2€ per 4 porzioni.


sabato 24 settembre 2016

Pane rustico ai semi

Volete un pane un po' diverso ma semplicissimo da realizzare? Eccolo! Se ne preparate in abbondanza potete tagliarlo e congelarlo per averne sempre a disposizione.
ingredienti:
250g di farina integrale bio
250g di farina tipo 0
2 cucchiai di malto d'orzo
1 bustina di lievito di birra secco o un cubetto di quello fresco
2 cucchiai di semi di lino
2 cucchiaini di semi di papavero
2 cucchiaini di semi di sesamo
1 cucchiaino di sale
acqua per l'impasto

sciogliere il lievito in mezzo bicchiere d'acqua e lasciarlo riposare 20 minuti, aggiungere le farine ed iniziare ad impastare, aggiungere sempre impastando il malto, il sale ed un cucchiaio di semi di lino, aggiungere acqua fino ad ottenere un composto appiccicoso ma sodo, lasciar lievitare al riparo da correnti coperto con un canovaccio per un paio d'ore o fino al raddoppio del volume. Tostare in una padellina i semi di sesamo e papavero prestando attenzione a non bruciarli, appena raffreddati mescolateli ai semi di lino rimasti.
Al raddoppio dell'impasto trasferirlo in un'ampia teglia e ricoprirlo con i semi, lasciar lievitare coperto ancora un'ora, poi infornare a 200 gradi per 15 minuti e a 175 gradi per altri 5 minuti (il cambio di temperatura va fatto quando inizia a dorare in superficie).
Quanto abbiamo speso? Circa 0,75€ per 600g di pane, se lo andate a comprare questa é una delle tipologie più care, dal mio panettiere l'avrei pagato almeno il doppio!

venerdì 16 settembre 2016

cucina quasi etnica per bambini: burritos di verdura


Sono sempre stata convinta che anche i bambini dovessero mangiare di tutto, che dovessero sperimentare ogni sapore ed ogni cucina anche se non tradizionale, il pediatra all'inizio dello svezzamento mi disse con nonchalance che i suoi figli in tenerissima età avevano anche provato l'nduja, ecco in quel momento diciamo che mi é caduta la mandibola, però ho capito la logica, e poi provateci voi a spiegare al Nano che deve mangiare sempre la sua pappetta insipida mentre vede i genitori con i piatti pieni di cibi profumati, colorati e ovviamente proibiti.
Ieri sera ho preparato la mia versione dei burritos di verdure e ovviamente ne ho dovuto tenere un po' da parte senza funghi per il Nano. Il procedimento sembra molto lungo ma in realtà ci vogliono al massimo 35 minuti se preparate alcuni ingredienti in anticipo o usate quelli in scatola.
ingredienti per 2 1/2:



per la guacamole:
1 avocado piccolo
il succo di un lime
il succo di mezzo limone
un cipollotto
uno spicchio d'aglio
sale
peperoncino in polvere o fresco a piacere



Per le tortilla:
250 g di farina (mais o frumento o un mix)
120 ml d'acqua tiepida
1 cucchiaino colmo di bicarbonato
1 cucchiaino di aceto di mele
un pizzico di sale
3 cucchiai d'olio



per le verdure:
200g di funghi champignon
200g di fagioli borlotti o rossi lessati
1 pannocchia di mais cotta a vapore
un pomodoro grande e maturo
due peperoni piccoli o uno medio
una cipolla piccola
mix di spezie per tacos (peperoncino, cumino, paprica, pepe e sale)



Per prima cosa si prepara la guacamole, si frullano tutti gli ingredienti tranne il peperoncino, a questo punto prelevo qualche cucchiaio da tenere da parte per il Nano, poi si aggiunge il peperoncino al composto per gli adulti. Si lascia in frigo mezz'ora prima di consumare.




Per le tortilla invece mescolare la farina con il bicarbonato e l'olio, aggiungere poco alla volta l'acqua tiepida salata e dopo l'aceto di mele, impastare velocemente e formare 8 palline, mettere a riposare circa venti minuti e quando le verdure saranno pronte stendere le sfoglie sottilissime e cuocerle un paio di minuti per lato su una padella antiaderente molto calda ( ma la cottura deve avvenire a fuoco moderato).



Per le verdure, tagliate a fettine sottili la cipollina, a pezzetti i peperoni e i pomodori e fateli cuocere in padella con poco olio, dopo 10 minuti aggiungete i fagioli ed il mais, eventualmente aggiungete un poco d'acqua per non far bruciare il tutto, mettete un coperchio e fate cuocere altri 5 minuti, prelevate una parte delle verdure e mettetelo a terminare la cottura in una pentolina a parte, di solito aggiungo un po' di curcuma per il Nano. Al composto principale si possono aggiungere i funghi tagliati a fette o in quarti, le spezie e completare la cottura con coperchio aggiungendo se necessaria poca acqua per volta.


Quando sarà tutto pronto potete farcire le tortilla con verdure ed un paio di cucchiai di guacamole, arrotolare o piegare in due e servire ben calde.
Quanto abbiamo speso? Meno di 4€, sono circa 0,50€ a burrito, quanto costa mangiarli fuori o realizzarli con i preconfezionati? Almeno il quadruplo!
Buon appetito!






giovedì 15 settembre 2016

"La principessa e la cacca di mammut" Maria Loretta Giraldo

Questo bel libricino é entrato in casa nostra da poco, ma ha già rimpiazzato degnamente alcuni suoi predecessori. Narra la storia, un po' puzzolente, di una principessa, smorfiosa viziata e capricciosa, che per una magia della fata madrina viene rapita da un drago parlante e per aver salva la vita dovrà convincere un mammut a donarle la sua cacca. Sarà costretta ad operazioni di toeletta tra le più puzzolenti sul mammut e alla fine preparerà con le sue mani un tortino di cacca per il drago. Il lieto fine é ovvio, la principessa impara a non fare più capricci ed il drago la riporta a casa dove la fata madrina lo ritrasforma in un cavallo bianco di un principe che si innamora della principessa.
Il racconto è consigliato a partire dai 6 anni, probabilmente come prime letture, ma noi lo leggiamo spesso comunque, mio figlio ride ogni volta che si parla di puzze e cacche, unica accortezza che uso é non usarla prima della nanna perché tutta questa ilarità non aiuta a rilassarlo. Nonostante sia per bimbi "grandi" e le illustrazioni interne siano piccoline ed in scala di grigi (tendenti al verde) é un ottimo modo per passare un po' di tempo, poi é in carta 100% riciclata!

mercoledì 14 settembre 2016

La mia scelta di autoproduzione

Quando parlo del mio ideale di vita, fuori dal mondo e fuori dal mercato, vengo presa per matta, le persone mi guardano con gli occhi sgranati, si passa da un "ma chi te lo fa fare?" al ben più tragico (per me) "ma dove sta il problema un lavoro tu ce l'hai, non capisco perché dovresti fare una scelta del genere";
appunto, la gente non capisce, nell'immaginario comune l'ingegnere é la persona più felice del mondo, quindi non vi dovrebbero essere motivi sufficientemente validi perché io voglia lasciare il mio bel posto di lavoro; c'è da dire che tutte queste idee che affollano la mia mente sono sorte essenzialmente dopo il mio rientro dalla maternità; prima il mio lavoro mi piaceva, pensavo di fare il lavoro più bello del mondo, e niente avrebbe potuto scalfire questa mia convinzione.
Tutto questo PRIMA di tornare al lavoro da madre di bambino di 5 mesi e scoprire che:
-una madre é inaffidabile per cui non può certo occupare ruoli di responsabilità
-una madre é sicuramente meno capace di qualcuno che non ha mai fatto il suo precedente lavoro
-una madre che ha diritto all'orario ridotto per via dell'allattamento é un problema perché non parteciperà alle riunioni tutte strategicamente fissate nel suo orario di uscita
-una madre non farà mai straordinario

Ho pianto sei mesi prima durante e dopo l'orario di lavoro, sono stata spostata in 3 uffici diversi prima di trovare una scrivania stabile, ovviamente senza il mio consenso, visto che continuavo a mancare alle riunioni; il solo fatto di entrare in ascensore mi provoca conati quasi ogni mattina ancora adesso. Il disagio dovuto alla situazione é stato talmente forte che alla prima occasione ho chiesto il part-time a 30 ore, e adesso sto cercando di far quadrare i conti per diminuire il più possibile il tempo di permanenza in ufficio, e così, dopo queste premesse, ho scoperto il mondo dell'autoproduzione.
Come é ovvio, facendo da sé gran parte delle cose, il risparmio può essere notevole, ma in alcuni casi sono necessari alcuni esperimenti falliti per trovare la giusta soluzione. Diciamo che con un po' di pratica ho dimezzato le spese per gli alimenti, curando meglio l'orto, comprando quando necessario direttamente dal produttore, evitando il più possibile la grande distribuzione.
Inoltre, da quando la tv é diventata più che altro un soprammobile, non sento più l'impulso irrefrenabile ad avere uno Smartphone nuovo all'anno e neanche l'ultima innovazione tecnologica, al mio notebook si é rotta la barra spaziatrice (dopo 8 anni di onorato servizio) ed é almeno un anno che lo uso comunque. Qualcuno la chiamerebbe decrescita, ma secondo me é qualcosa di più complesso, chi decresce molte volte lo fa per necessità oppure perché é la moda del momento ma senza un reale bisogno e spesso investe il risparmio in qualche nuovo progetto, la mia idea invece sarebbe lavorare giusto il necessario per coprire le spese fisse (mutuo, assicurazioni, istruzione per il Nano) e risparmiare il mio tempo per fare qualcosa che non mi mandi in liquefazione il cervello per via dello stress e dell'umiliazione che mi provoca; che poi questo qualcosa sia stare tutto il tempo a leggere e scrivere recensioni di libri o cucinare come una pazza, poco importa, la vita è nel presente, mio figlio sarà piccolo solo una volta, non avrò altre possibilità di vivere, non posso rimandare ad un futuro incerto e lontano la mia salute. Sarò anche pazza ma voglio essere felice.

lunedì 12 settembre 2016

Minimuffin al cardamomo vegani

Questo post era finito tra le bozze da troppo tempo, cogliendo l'occasione del rientro al lavoro e la necessità di portarsi sempre qualcosa per fare colazione a prova di allergia, vi propongo una ricettina facilissima che di solito realizzo con lo"scarto" che rimane in centrifuga di pere o mele, ma si può fare anche con la frutta frullata, avendo l'accortezza di aumentare i tempi di cottura.

ingredienti per circa 30 minimuffin
500 g di scarto da centrifuga di pere o mele o entrambe
100 g di fecola di patate
140 g di farina
140 g di zucchero di canna integrale
125 g di yogurt di soia
la scorza di un limone bio
100 ml di olio di semi di soia
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino colmo di cardamomo in polvere

mescolare tutti gli ingredienti, disporre i pirottini nelle apposite teglie e riempirli per 3/4, infornare in forno statico preriscaldato per 10 minuti (15 se usate frutta frullata) a 175 gradi senza mai aprire lo sportello, far raffreddare nelle teglie coperti da un canovaccio. Si conservano in sacchettini o contenitori ermetici per 3-4 giorni.
Quanto abbiamo speso? 1,20€ per circa 1kg di prodotto, contro 1,5€ dei muffin da 100g di pasticceria, oppure i 0,30€ delle merendine industriali da 35g. E non contengono schifezze!



venerdì 9 settembre 2016

"Come crescono i fiori?" Ed.Usborne - sollevo e scopro primi perché



Questo bellissimo libro illustrato ci ha fatto compagnia per tutta l'estate, abbiamo sollevato le alette per capire da dove vengono i fiori, cosa c'è sotto terra, di quali parti si compongono le piante, le funzioni degli insetti, dove si trovano i semi delle varie specie e come si diffondono, l'avvicendarsi delle stagioni, e i fiori più strani.
Dopo la prima lettura, siamo usciti in giardino e per prima cosa abbiamo seminato i girasoli, abbiamo dato da bere ogni sera, e dopo alcuni giorni, quando le piantine sono nate le confrontavamo con le varie fasi indicate nel libro.
Abbiamo capito che le fave sono semi molto buoni da mangiare, il tarassaco é divertente da soffiare, le fragole si riproducono in modo un po' particolare.
Abbiamo  guardato gli insettini fare il loro prezioso lavoro e ci siamo occupati di riconoscere le varie specie (ma questa é un'altra storia) ed anche guardato la pianta carnivora sperando mangiasse proprio davanti a noi, ma si vede che è timida..
Libricino consigliato a partire dai 3 anni, al Nano qualche aletta é rimasta in mano, ma dopo aver quasi consumato il libro! Molto carino, aiuta a scoprire il mondo della natura, per noi é stato il punto di partenza per guardarci intorno e imparare un sacco di cose nuove.
Ecco il nostro girasole mentre riceve una visita da un'apina laboriosa, proprio come nel libro!
 

sabato 3 settembre 2016

cucina giocattolo fatta in casa

Qualche mese fa il Nano ha compiuto 2 anni, e ovviamente non poteva mancare un regalo autoprodotto. L'idea del "cosa" creare mi é venuta vedendolo giocare appassionatamente nella sala d'aspetto attrezzata per bambini con una cucina degna di un castello, ( anche a casa in effetti ha sempre fatto carte false per poter giocare con mestoli e tegami), quindi mi sono detta perché non provare a farne una con materiali ecologici e risparmiare quei 100€, cioè lo sproposito che costano queste cucine plasticose. Premetto che sono abbastanza contraria ai giocattoli, soprattutto quelli che vanno a batterie, con mille luci e suoni, che peraltro il Nano archivia in tempo di mezz'ora e che matematicamente svaniscono nei meandri dell'armadio o donati a qualcuno che li possa apprezzare di più. Ecco ora sembrerò un genitore terribile, che toglie i giochi al bambino perché li considera diseducativi, ma se anche lui non li calcola forse un motivo ci sarà; credo di aver letto qualcosa in proposito anche sul metodo Montessori..comunque non é che il Nano sia del tutto privo di giochi, sono ammesse le costruzioni di ogni genere e grado (deformazione professionale) gli strumenti musicali, i giochi di legno e i peluche, poi ha la sua personale attrezzatura da orto, puzzle e libri a volontà, e ovviamente ogni tipo di colore, pennello o timbro. Mancava giusto la cucina all'appello. In rete si trovano moltissimi DIY con varietà di materiali e dimensioni da cui prendere spunto, e poi ognuno metta la sua fantasia!


 Per la cucina del Nano ho utilizzato:
3 scatoloni da pannolini, di cui uno un po' più alto per il frigorifero
4 pezzi di cartone spesso recuperato da un'altra scatola da imballaggio
altri pezzettini di cartone ondulato per spessorare l'attacco dei pomelli e chiudere il forno
colori a tempera, giallo, rosso e nero
colla di farina
un blocchetto di carta hobby per rivestire le ante e i laterali e da cui ricavare 3 cerchi per simulare i fuochi
4 pomelli in legno per cassetti
una maniglietta di legno per cassetti
il tubo di cartone su cui é avvolto l'alluminio da cucina per la maniglia del frigo
1 vaschetta ovale del gelato per il lavello
pennelli, forbici, matite e squadrette, cutter e sparagraffette, scotch di carta




La prima cosa da fare é prendere la misura e tagliare i ripiani, devono essere profondi circa 2 cm meno rispetto alla scatola in cui andranno inseriti (per permettere la chiusura delle ante) e lunghi circa 10 cm in più rispetto alla larghezza della scatola, questo per permettere di realizzare le alette che andranno piegate verso il basso e che andranno graffettate all'interno della scatola all'altezza prescelta. Io ho messo un ripiano a metà altezza nel lavello e un altro nel forno, altri 2 nel frigo (volendo si può realizzare anche un cassetto con una scatola di scarpe per bambini). Chiudete tutte le scatole con lo scotch di carta in modo che non si possano più aprire le alette.
Fatto questo si procede a segnare il contorno della vaschetta gelato/lavello e si realizza un buco di 2 mm più interno nel quale alloggiare la vaschetta semplicemente incastrandola; questo deve essere necessariamente il primo taglio in questa scatola, e deve risultare il più centrale possibile, per non avere punti di eccessiva debolezza nel cartone.
Adesso si può procedere a tagliare le ante sui lati privi di alette delle scatole, lasciate circa 2 cm rispetto ai bordi della scatola, ed il lato in cui ci saranno le cerniere non tagliatelo ma tirate una riga abbastanza calcata a matita, aiuterà a piegarlo per simulare le cerniere. Lo sportello del frigo deve essere a tutta altezza, mentre per il forno ed il lavello basterà lasciare una fascia superiore atta ad ospitare le manopole per i fornelli in un caso e non mostrare il fondo della vaschetta nell'altro.
A questo punto potete inserire i ripiani e graffettarli, poi si incollano insieme gli scatoloni e si procede a colorare il piano della cucina, e tutto quello che non avete intenzione di rivestire con la carta hobby, ci vorranno due mani di colore giallo, tre se le scatole sono di colori molto scuri. Colorate con il rosso i pomelli e le maniglie, di nero la parte centrale dello sportello del forno; ricavate un piccolo segmento allungato di cartone che sarà la chiusura del forno, coloratelo del colore che preferite. Quando tutte le tempere saranno asciugate potete incollare la carta hobby sulle ante e sagomarla in modo da creare la bocca del forno che avete dipinto in precedenza di nero. Incollate o fissate con la sparagraffette la maniglia del frigorifero. Per i pomelli e la maniglietta del forno invece dovrete usare le vitine fornite nel kit, bucando con una matita appuntita le scatole e spessorandolo con due o più pezzetti di cartone fino a poter stringere agevolmente le vitine. Su un pomello sovrastante il forno ricordatevi di inserire tra pomo e scatola la piccola striscia di chiusura, questa ruoterà verso l'alto per far aprire lo sportello del forno e verso il basso per chiuderlo. In ultimo incollate i 3 cerchi di carta hobby che simuleranno i fuochi, o volendo potreste anche dipingerli come vi suggerisce la vostra fantasia.
Finalmente si gioca!
Mi fate vedere le vostre opere d'arte?
Quanto abbiamo speso?circa 10€, e in più avrete realizzato un oggetto unico!


venerdì 2 settembre 2016

"Nessuno sa di noi" Simona Sparaco

Questo libro era un po' di tempo che avrei voluto leggerlo, me ne é sempre mancato il coraggio, avevo paura dell'argomento, l'ITG oltre i termini previsti dalle leggi italiane, avevo il terrore delle emozioni che avrebbe suscitato in me, perché una madre non vorrebbe neanche che esistessero certe situazioni, facciamo così, non ne parliamo, ne neghiamo l'esistenza, e quando succedono non riusciamo a parlarne, le ignoriamo, negando la possibilità a chi le ha vissute sulla propria pelle di poter ricordare i propri figli, mai nati, ma pur sempre figli. Questo libro lo sconsiglio vivamente a chi appartiene alle cosiddette pro-life integraliste, perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Nessuno può sapere cosa avrebbe fatto al posto dei protagonisti, quando arrivi al settimo mese di gravidanza e si apre un baratro davanti a te, il figlio che hai tanto voluto, che hai cresciuto dentro il tuo corpo ha qualche problema che potrebbe non farlo sopravvivere al parto, o pur sopravvivendo conoscerebbe solo una breve vita fatta esclusivamente di sofferenze, la decisione di andare all'estero dove è permesso interrompere la gravidanza per gravissimi problemi del feto, e poi le conseguenze psicologiche che una decisione del genere porta con sé, il bisogno di espiazione, i giudizi della gente, il volersi annullare e non riuscire a tornare a vivere.
La scrittura é pienamente all'altezza dell'argomento trattato, il tema é molto forte, drammatico, terrificante, ma se ne deve parlare, senza giudicare, senza facili moralismi, non si può continuare a fare gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia.

giovedì 1 settembre 2016

esperimenti di permacultura: parte seconda

Vi ricordate quando ho parlato della permacultura e del mio orto che si autogestisce? Oggi ho tirato su la paglia dalle patate ed ecco il risultato:

Cosa ne dite? A me sembra un gran successo!
Il rendimento é sicuramente inferiore rispetto alla coltivazione tradizionale, però bisogna sempre fare un rapporto costi/benefici per poter apprezzare veramente il risultato; come vi ho già accennato il lavoro più consistente é stato realizzare l'aiuola d'accumulo con le sponde in fango, paglia, cartone e carta straccia, che si é mantenuta egregiamente nonostante le piogge, anzi mi sembra più solida di prima; i rifiuti da compostare ovviamente non li considero un lavoro, visto che scaricarli nell'aiuola o nella compostiera non fa certo differenza; la paglia era comunissima erba tagliata dal giardino, anche a più riprese ed ammucchiata tra gli strati di compost ( esattamente come farei nella compostiera); le patate erano quelle dimenticate in un angolo della cantina che han iniziato a germogliare spontaneamente e non sarebbero state comunque commestibili; non ho dovuto innaffiare se non alla semina, cioè quando ho lanciato le patate malandate nell'aiuola e le ho coperte di uno strato abbastanza spesso di paglia, e poi circa un mese dopo, quando le piantine sono spuntate e ho messo un altro strato d'erba secca, giusto per inumidire ancora il substrato, poi il resto l'ha fatto la natura, io mi sono solo limitata a raccogliere i frutti ed é stato meraviglioso! Da 15 patate ormai inutilizzabili ho ricavato quasi 4 kg di patate, non molto grandi, é vero, ma pur sempre a costo zero! Non ho dovuto vangare, zappare, concimare, portare carriole di letame, innaffiare costantemente, tenere pulito da erbacce, e soprattutto, non ho dovuto zappare per tirare fuori i frutti di tanto lavoro, che di solito riducono ulteriormente la resa visto che molte finiscono tranciate in due dal tridente..ooops... Qualcuno fa altri esperimenti nell'orto e vuole condividerli con me?

lunedì 29 agosto 2016

Acqua micellare fatta in casa

Chi non ha mai provato un'acqua micellare, anche a caro prezzo per poi non essere per niente soddisfatta? Beh, io mi sono stufata di spendere soldi e ritrovarmi comunque la pelle unta, o mal struccata, gli occhi che bruciano, qualche sfogo strano, così mi sono messa a spignattare, partendo dagli ingredienti presenti negli inci dei vari prodotti in mio possesso, tralasciando tutte le porcherie petrolchimiche, non é stato facile trovare la giusta combinazione, ma alla fine il risultato é un giusto compromesso costi/efficacia, nel senso che strucca bene ma l'ho testato solo su prodotti non waterproof e solo con cosmetici minerali o senza siliconi o porcherie strane, perché manco a dirlo, io non li uso; la mia pelle, che é mista, acneica e atopica (peggio di così probabilmente ci si lava solo col napalm) non rimane untuosa dopo aver passato il dischetto di cotone, non si arrossano gli occhi e non bruciano quando si strucca il mascara, in un mese non mi sono apparsi sfoghi, non posso dire che sia curativa ma almeno non ho visto aumentare i brufoli, il che é un gran successo rispetto ad altri prodotti.
Per prima cosa procuratevi un contenitore tipo una bottiglietta di struccante o un flacone con una pompetta, sterilizzatelo, se é in plastica il modo migliore é usare la soluzione sterilizzante a freddo per ciucci e biberon oppure le compresse di Milton da sciogliere nell'acqua,(senz'altro più economiche e meno ingombranti da tenere in casa); io ne avevo uno da 150 ml, ingredienti:


150 ml di acqua oligominerale
un cucchiaino di camomilla per tisana
5/6 foglioline di menta fresca (ma anche essiccata andrà bene)
1 cucchiaino scarso di glicerina vegetale
1/2 cucchiaino di shampoo o detergente senza sles, siliconi, parabeni o altre porcherie, i migliori sono gli shampoo per lattanti, quelli che non fanno praticamente schiuma
7 gocce di o.e. di tea tree
1 goccia di o.e. di menta (facoltativo solo per profumare)
0,5 ml di conservante per cosmetici (la quantità dipende dalla tipologia scelta attenetevi scrupolosamente alle indicazioni specifiche per il conservante in vostro possesso)


preparate un infuso con l'acqua, la camomilla e la menta, lasciatelo in infusione per 5 minuti, poi filtratela su una garza o su un filtro da caffè e lasciatela raffreddare, nel frattempo inserite tutti gli altri ingredienti nel flacone, quando anche l'infuso sarà freddo aggiungetelo e date una shakerata al flacone, ecco l'acqua micellare pronta all'uso, ricordatevi di agitare il flacone un pochino prima di ogni uso, in modo che gli oli essenziali si amalgamino.
Quanto abbiamo speso? Per 150 ml circa 0,40€ contro un minimo di 5€ delle acque petrolchimiche che si vedono nei negozi.
Qualcuno vuole ripetere l'esperimento testandone l'efficacia nei confronti del trucco waterproof? Fatemi sapere!

venerdì 26 agosto 2016

Pausa libro: "Quando gli elefanti andavano in treno" (Emanuela Nava)

Oggi per il venerdì del libro di homemademamma vorrei proporre un libricino per bambini della collana "leggoio" Giunti junior, é scritto grande, adatto a lettori neofiti, con grandi illustrazioni e molto d'effetto anche per bimbi più piccoli, noi ad esempio lo usiamo come favole della buonanotte, é suddiviso in sette racconti un po' surreali su animali selvatici: gli elefanti della foresta hanno provato a prendere un treno che è passato nella foresta a portare in città tutti i bambini; i pavoni erano campioni di salto col cucchiaio e vivevano liberi e giocavano insieme alle galline; gli istrici non avevano aculei ma folte chiome da sfoggiare ogni sabato sera; al tempo degli arcobaleni blu le anitre non sapevano nuotare; quando il mese di febbraio era fatto solo di domeniche i coccodrilli vivevano nelle stanze dei bambini e facevano loro molti scherzi; ai tempi in cui la Luna era fatta di formaggio i cammelli ci vivevano e se ne cibavano; i babbuini erano degli artisti, pittori e attori, andavano spesso al cinema.

A noi piace molto, moltissimo, tanto che quando siamo a casa il Nano mi chiede sempre di leggergli qualche storia, ed essendo piccolino é molto attratto dalle illustrazioni che fanno ben capire cosa sta succedendo ai protagonisti.

venerdì 19 agosto 2016

Ginger Ale....autoprodotto

Il Ginger Ale non é molto conosciuto, ma viene utilizzato sia come base per cocktail di superalcolici sia con solo un po' di ghiaccio come aperitivo analcolico, qui da noi é quasi introvabile, se non in qualche rivendita di liquori o a volte all'ipercoop, comunque se fresco può essere benissimo una bibita dissetante, a patto di non esagerare perché contiene comunque molto zucchero. L'idea mi é venuta perché avevo preparato il miele allo zenzero seguendo la ricetta di Fukushimaku e una volta finito il miele sono rimasta con mezzo vaso di fettine sottili di zenzero ancora profumatissime intrise in poco miele. Ho fatto varie prove, tra cui provare ad ottenere l'acqua frizzante usando il lievito di birra, ecco non lo fate perché viene uno schifo come sapore, alla fine sono riuscita ad ottenere quel che volevo!

ingredienti per una bottiglia da 1,5 litri
1 bottiglia d'acqua frizzante
3 cucchiai di zenzero grattugiato fresco (nel mio caso esauste dalla preparazione del miele allo zenzero)
120 g di zucchero
il succo filtrato di un limone
togliere un bicchiere d'acqua dalla bottiglia (bevetelo che fa caldo), in una zuppiera mescolate tutti gli ingredienti facendo attenzione a far sciogliere bene lo zucchero nell'acqua, poi con l'aiuto di un mestolo ed un imbuto travasare tutto nella bottiglia d'acqua, fate scendere anche i pezzetti di zenzero, riponete in frigo 12h col tappo ben avvitato, trascorso questo tempo la bevanda é pronta e dura circa 1 settimana conservata in frigo.
Quanto abbiamo speso? Per 1,5 litri circa 0,50€ se usiamo limoni dell'orto, 1,00€ se il limone lo andiamo a comprare.


Pausa libro: La famiglia Karnowski (Israel J. Singer)

Questo libro non é esattamente una lettura leggera o da week-end, con le sue quasi 500 pagine e gli argomenti trattati, ho dovuto leggerlo in una settimana intera intervallandolo con altre letture più leggere, ma nonostante ciò sono riuscita a finirlo perché la scorrevolezza nella narrazione e la curiosità hanno prevalso sullo sconforto dovuto alla mole del libro stesso.
La narrazione copre un periodo di tempo abbastanza ampio visto che tratta ben tre generazioni della famiglia Karnowski, David il patriarca autodidatta che emigra da un paesino sperduto della Polonia fino a Berlino perché ritiene che nel Paese di origine vi sia troppo oscurantismo nella sinagoga che ha preso a frequentare dopo il matrimonio con Leah, grazie all'attività del suocero, che possiede una segheria, riuscirà a commerciare ed arricchirsi in Germania, anche grazie al suo tedesco impeccabile, studiare le Scritture e verrà considerato un aristocratico dagli altri intellettuali anche se le sue origini non sono tali; suo figlio Georg, nato in Germania, andrà al fronte come medico durante la Prima Guerra Mondiale, e tornato si dedicherà alla ginecologia, riuscendo ad avere una clinica rinomata in tutto il Paese, sposerà Teresa, una "gentile", rappresentando la generazione dell'integrazione; l'unico figlio di Georg, Jegor vivrà sulla propria pelle il periodo nazista e si troverà a dover emigrare in America con tutta la sua famiglia.
Non avevo mai letto nulla di scrittori yiddish, quando ho preso questo libro sono stata fortemente combattuta perché avevo paura , anche vista la dimensione del tomo, che fosse uno stile troppo simile a Cechov o Pasternak, che francamente di solito trovo prolissi e difficilmente riesco a digerire in meno di qualche mese, ma in questo caso mi sono volentieri ricreduta e penso cercherò altri titoli di Singer o di altri autori yiddish, libro consigliatissimo insomma!

venerdì 12 agosto 2016

impacco capelli ai semi di lino, lavanda e jojoba

Ultimamente ho pubblicato solo ricette di cucina, e mi sono resa conto che stavo diventando l'ennesimo pessimo blog di sole ricette alimentari, cosa che é distante anni luce da quello che vorrei condividere, ovvero un'autoproduzione di quante più cose possibili per essere meno schiava del mercato e quindi del mio triste lavoro, di cui per ora ho ancora bisogno purtroppo.
Siamo stati al mare qualche giorno e i miei capelli ne sono usciti malissimo, pieni di nodi e secchi, nonostante il ghassoul, dunque ho pensato di farmi un balsamo, ho girovagato in rete ma molte ricette prevedono ingredienti che sono difficilmente reperibili o vari tipi di conservanti che non vorrei proprio usare, ovviamente tagliando e cucendo le varie ricette non é venuto fuori il balsamo, ma un fluido che usato dopo lo shampoo o il ghassoul e poi sciacquato districa magicamente tutti i nodi, quindi ho sempre i capelli secchi ma almeno sono senza nodi!
ingredienti:
200 ml di acqua distillata
un cucchiaio di semi di lino
un cucchiaino di aceto di mele
un cucchiaino di olio di jojoba
2 gocce di o.e. di lavanda
in un pentolino fate bollire per 15 minuti i semi di lino nell'acqua distillata, spegnete il fuoco e coprite con un coperchio, lasciate raffreddare almeno 6 ore a temperatura ambiente, poi filtrate il gel ottenuto schiacciando bene i semi, aggiungere al gel l'aceto, l'olio di jojoba e l'olio essenziale di lavanda, amalgamate il tutto e trasferite il composto in stampini per il ghiaccio per la conservazione in congelatore, altrimenti il composto si conserva in contenitori chiusi in frigo per circa una settimana, ma non farei più di un'applicazione a settimana.
Quanto abbiamo speso? Per 200 ml circa 0,72€ contro i minimo 5€ dei preparati petrolchimici che si vendono nei negozi

Pausa libro: A testa in giù ( Raffaella Formillo)

Questo libro fa letteralmente cambiare la prospettiva del lettore, composto da 14 racconti brevi come perle di una collana che vengono tenute insieme da un unico filo conduttore, che però non si scopre fino all'ultimo racconto. Diversi sono i personaggi, diverse le ambientazioni e diversi i generi letterari, si va dal diario al racconto horror, tra i protagonisti due bambini, una guardia carceraria, un bambolaio, un tassista e una donna col cuore infranto. Non lo definirei un romanzo"leggero" ma l'ho letto tutto d'un fiato, la lettura é scorrevole anche se in molti punti é stata un po' forte, salvo poi capirne il senso nel racconto finale in cui la prospettiva viene nuovamente stravolta, a testa in giù appunto!

Seitan

Avevo scattato una foto, del seitan nel suo liquido di conserva, ma assomigliava molto ad un esperimento dell'orrore, alla Frankenstein per intenderci, e quindi, non volendo infierire, post senza foto.
Dalla intro penso si deduca anche quello che penso di questa ennesima autoproduzione che entra a pieni voti nei "MAI PIÙ", e non tanto perché sia uno spreco di energia o il risparmio sia irrilevante, semplicemente sono stata disgustata dal prodotto finale, ho provato a farne scaloppine, a condirlo con funghi, a farlo con panna vegetale e pepe verde, ma più che il gusto, é proprio la consistenza del tutto che mi ha amareggiata, e sulla consistenza ben poco si può fare purtroppo.
Mi é balenato nella mente questo esperimento perché un bel giorno ne ho sentito parlare da qualcuno e forse in un passato remoto ne avevo assaggiato e forse in preda a chissà quale delirio da stress mi era forse piaciuto. Troppi forse in una frase sola. Ho dato un'occhiata ai prezzi di quello già pronto o dei preparati e diciamo che sono a dir poco inavvicinabili. Ho preso la ricetta da veganhome, e mi sono messa all'opera.
1kg di farina manitoba
1 pentolone di brodo
qualche cucchiaio di salsa tamari
1 canovaccio e spago
1 insalatiera
Moltissima acqua fredda del rubinetto


Impastare la farina con poca acqua, finché non si ha una consistenza simile all'impasto per il pane, poi mettere la ciotola con l'impasto nel lavello e iniziare a sciacquare con abbondante acqua fredda, finché l'acqua non sarà pulita, inizialmente l'acqua sarà bianca, perché la farina sta perdendo l'amido, a metà del processo l'impasto tenderà a perdere pezzetti, reimpastarli, il composto sarà pronto quando raggiungerà la consistenza di una spugna, nel frattempo sarà circa dimezzato in volume, mettetelo a scolare in un colapasta e aggiungete un po' di brodo e un paio di cucchiai di salsa di soia, disponetelo nel canovaccio dandogli una forma cilindrica e legatelo stretto, immergetelo nel brodo e fatelo cuocere 30 minuti nella pentola a pressione oppure 1 ora e 15 minuti in pentola normale, fatelo raffreddare e toglietelo dal canovaccio, tagliatelo a fette e conservatelo nel brodo fino al momento dell'utilizzo, si conserva circa 3/4 giorni in frigo.
Quanto abbiamo speso? Circa 1,50€ per un kg di composto, contro le cifre allucinanti dei negozi specializzati (anche 20€/kg) il risparmio é davvero notevole per chi vuole utilizzarlo, ci vogliono circa un paio d'ore per tutto il procedimento, ma dal punto di vista strettamente salutistico é glutine puro che non fa proprio benissimo. Se qualcuno trova il modo di modificarne la consistenza sono sempre aperta a nuovi esperimenti!



giovedì 4 agosto 2016

pausa libro:" gli effetti collaterali delle fiabe" Anna Nicoletto

Nonostante non sia proprio un'amante del genere, mi trovo a parlare di un romanzo rosa, anche se ultimamente ne ho letti parecchi grazie a kindleunlimited visto che la selezione dei titoli é molto limitata e per una lettrice compulsiva da 5 libri/settimana é quasi inevitabile leggere anche qualcosa che non rientra proprio nelle mie corde (prima che qualcuno lo chieda: sì sono asociale e sì soffro d'insonnia).
Tornando al libro, l'ho scelto tra le varie proposte per via del titolo, perché col mio immenso cinismo speravo che per una volta in un romanzo rosa non filasse sempre tutto liscio, (cosa che nella vita non succede mai, almeno nella mia di vita, forse quelle altrui vanno meglio, chissà). In realtà mi sono trovata ad immedesimarmi nella protagonista, Melissa, una programmatrice informatica, che fa anche la commessa pur di pagare l'affitto, finché non incontra nel bagno di un locale, da cui meditava di fuggire a causa di un disastroso appuntamento, una ragazza che le vomita addosso e le cede il suo invito per una festa aziendale, caso vuole che l'azienda in questione rappresenti il lavoro dei sogni della giovane Melissa. Imbucata alla festa conoscerà Stefano, che non é esattamente chi le fa credere in un primo momento.
Carino, non cade nel banale e in molti passaggi non mi é sembrato scontato, anzi a tratti mi ha fatto riflettere su alcune scelte lavorative che ho fatto in giovane età dettate dalle motivazioni sbagliate.




pasta alla doppia trombetta

La zucchina trombetta non é sempre facilissima da reperire, ha un gusto più delicato delle solite zucchine, ogni anno mia suocera ne coltiva una piantagione e molto spesso non sa più cosa farne, per cui arriva in casa nostra.
Il piatto di oggi é semplicissimo anche se prevede di cucinare la trombetta in due modi differenti, verrà usata per fare un pesto e poi conciata in agrodolce, con qualche accostamento che ricorda la Sicilia.
ingredienti per 4 persone:
350 g di spaghettini integrali (possibilmente autoprodotti)
1 zucchina trombetta grande oppure 2 medie
50 g di mandorle pelate
1 cucchiaino di curcuma
sale
due cucchiai di pinoli
un cucchiaio di uvetta
uno spicchio d'aglio
3 cucchiai di zucchero
mezzo bicchiere di aceto di mele

dividete la trombetta in due parti, quella del collo affettatela finemente, e passatela in padella con un po' d'olio in cui avrete soffritto uno spicchio d'aglio e tostato in precedenza i pinoli che terrete da parte, quasi a fine cottura aggiustate di sale ed aggiungete lo zucchero e l'aceto di mele, per poi finire gli ultimi minuti con i pinoli tostati e l'uvetta ammollata in precedenza.
preparate il pesto cuocendo in un tegame con poca acqua e sale la restante trombetta, aggiungete la curcuma, quando sarà tutto ben cotto passatelo nel cutter assieme alle mandorle ed uno spicchio d'aglio crudo e privato del germoglio interno.
condite la pasta con il pesto aggiungendo un poco di olio nel caso fosse troppo solido, e servite aggiungendo la trombetta in agrodolce.
Buon appetito!

mercoledì 3 agosto 2016

succhi di frutta

Il nostro albero di pere questa volta è stato molto più produttivo del solito, non riuscivamo a raccogliere tutti i frutti maturi che all'improvviso cadevano a terra sfracellandosi e attirando nugoli di calabroni che letteralmente spolpavano i malcapitati frutti. Dovendo porre rimedio a tutto questo spreco oltre alle solite marmellate di pere e cannella o pere e cardamomo verde ho aggiunto i succhi di frutta che tanto col caldo fanno sempre piacere. Per quanto preferisca i centrifugati perché fatti al momento e privi di zucchero e cottura per via della conservazione, ho dovuto adattarmi.

ingredienti per circa un litro di succo:
1,5 kg di pere pulite e tagliate a pezzi
300 g di zucchero integrale di canna

centrifuga
barattoli o bottiglie a chiusura ermetica sterili
un pentolone e degli strofinacci

centrifugare la frutta raccogliendo il succo in una brocca capiente, aggiungere poco per volta lo zucchero che dovrebbe essere almeno 1/4 del peso totale, potreste non dover usare tutto lo zucchero indicato, assaggiate per controllare che il gusto non diventi troppo dolce, poi travasare nei contenitori ermetici e chiudere, far bollire in un pentolone avvolti negli strofinacci per 15 minuti e far raffreddare all'interno dell'acqua.
Quanto abbiamo speso? Contando che la frutta é dell'orto, circa 0,30€ per un litro di succo!

martedì 2 agosto 2016

torta aromatica di melanzane

Tempo di melanzane nell'orto, tante da non saperne più che fare, e così oltre alle solite creme al cumino, ho pensato di fare una torta leggera e profumata, da mangiare fredda per contrastare almeno un po' il caldo estivo.
Per una tortiera da 26 cm:
200 g di farina
100 g di margarina vegetale o burro vegetale autoprodotto
sale
acqua fredda di frigo
3 melanzane medie
4 cucchiai di lievito alimentare in scaglie
5 cucchiai di yogurt di soia
1 rametto di menta fresca
1 ciuffo di erba cipollina
sale e pepe
2 scalogni affettati finemente

per prima cosa preparare la base, la margarina dovrà essere a temperatura ambiente, lavoratela velocemente insieme alla farina con un pizzico di sale e poca acqua fredda, fatene una palla e avvolgetela nella pellicola, mettetela mezz'ora in frigo.
nel frattempo pulite le melanzane e tagliatele in quarti, disponetele sulla leccarda e passatele in forno per almeno 15 minuti a 200 gradi, o comunque finché non saranno morbide;  dopodiché lasciatele raffreddare e sbucciatele, frullatele assieme alle erbe aromatiche, aggiungete il lievito alimentare e lo yogurt di soia aggiustate di sale e pepe. Stendete la base e disponetela nella tortiera cuocetela 10 minuti a 180 gradi in forno con cottura cieca (disponete sopra la base un foglio di carta forno con dei fagioli secchi o della pasta secca), estraete la base dal forno e farcitela con la crema di melanzane e disponete le fettine di scalogno per decorare e passatela in forno altri 10 minuti.
Quanto abbiamo speso?contando che le melanzane e le erbe aromatiche sono dell'orto ed ho usato il burro vegetale autoprodotto, circa 0,95€ per una torta da 6 porzioni!
Buon appetito!!!

lunedì 25 luglio 2016

waffle vegani

L'altro giorno sono caduta in tentazione e ho comprato una cianfrusaglia da cucina, una di quelle che non avevo mai posseduto in vita mia, la piastra per waffle, era in superofferta, e complice una situazione di disagio sul lavoro, mi sono concessa una piccola, quanto inutile, soddisfazione materiale.
E nella frenesia dell'acquisto non ho considerato l'onnipresente uovo negli ingredienti principali di tutte le ricette dei waffle. Ops... Ma non potevo certo arrendermi e ammettere col Cinghiale di aver buttato dei soldi, anche se pochi, per un oggetto inutile, proprio io che lo critico sempre.
Ho provato varie combinazioni, varie ricette, alcune diventavano spugnose (da tener in conto nel caso di realizzazione di torte con basi originali) alcune non si rapprendevano, altre bruciavano.
Per adesso la migliore ricetta, che si avvicina di più, secondo il Cinghiale, ai waffle tradizionali é questa, ingredienti per 4 pezzi:
50g di "burro vegetale" autoprodotto
1 cucchiaio di semi di lino
3 cucchiai d'acqua
70 g di zucchero di canna integrale
100 g di farina 00
2 g lievito in polvere per dolci
un pizzico di semi di vaniglia
80 ml di latte di mandorle

per il burro vegetale (sostituibile con margarina) si mescolano 5g di lecitina di soia con 8g di acqua fredda di frigo, si aggiungono 40ml di olio di riso (o di semi di soia o di vinacciolo) e si mettono in frigo almeno 20 minuti, dopodiché si aggiungono un cucchiaio alla volta altri 50g d'acqua fredda mentre si frulla con un minipimer fino ad ottenere una crema liscia e consistente, non aggiungere altra acqua finché la precedente non é stata completamente assorbita e il composto ha una certa consistenza, si conserva in frigo fino a 5 giorni quindi si può preparare in anticipo e in quantità sovrabbondante.
Torniamo ai waffle, frullate i semi di lino con l'acqua, fino ad ottenere una pappetta in cui i semi sono diventati più piccoli possibile ed avranno formato una sorta di gelatina a contatto con l'acqua (é il sostituto dell'uovo), trasferite il tutto in una ciotola, aggiungete il burro vegetale e lo zucchero, uniformare il composto, aggiungere la farina e il lievito e la vainiglia (oppure della scorza di agrumi), aggiungere il latte di mandorle a filo fino ad ottenere una pastella liscia.
Se la vostra piastra ne ha bisogno spennellatela con poco olio di semi e portatela in temperatura, per ogni waffle dovrebbero essere sufficienti 3 cucchiai di pastella, fate cuocere 3 minuti, e non più di 4minuti in ogni caso, perché senza uova oltre a scurirsi il composto diventerà una pietra immangiabile..
La pastella si può preparare anche in anticipo la sera prima per la colazione ad esempio oppure prepararne in esubero per un paio di giorni e conservare ben chiusa in frigo.
Quanto si spende?circa 1,05€ per 350g di prodotto, non ho idea di quanto costino quelli preconfezionati ma temo non esistano comunque privi di uova e latticini.
Buon appetito e fatemi sapere se provate altre sostituzioni!


giovedì 21 luglio 2016

Pausa libro: Quattro tazze di tempesta (Federica Brunini)

Quando ho notato la fascetta che avvolgeva il libro, sullo scaffale della libreria, non ho prestato molta attenzione alle scritte in piccolo, ho letto solo: "ti fa felice e ti regala un viaggio in Francia", mi sono subito immaginata immersa nella lettura, in un campo di lavanda, tra tazze di the profumato e fieno; non avevo minimamente notato il riferimento al concorso in cui si parla di un vero viaggio in Francia! Eh lo so, la mia distrazione non ha limiti, mi aspettavo un racconto incentrato su profumi, odori, luoghi..in realtà ho trovato una storia fresca e leggera, un libro da portare sotto l'ombrellone, la lettura é scorrevole e coinvolgente, non conoscevo l'autrice, ma sto ponderando l'acquisto di un altro suo libro "Le ricet-tè" in cui spero di trovare qualche ricetta nominata nelle"quattro tazze di tempesta".
Il racconto ha come protagoniste quattro donne, amiche dai tempi del liceo, con quattro caratteri e quattro vite completamente diverse, Viola la vedova che vive nel sud della Francia e gestisce un negozio di the provenienti da tutto il mondo, Alberta l'architetto in carriera alle prese con un nuovo amore, Mavi l'avvocato la mamma e la moglie ghiotta di praline al cioccolato, Chantal la centralinista/insegnante di yoga in cerca dell'amore.
Le quattro donne si riuniscono in casa di Viola in occasione del suo compleanno, ognuna si dovrà confrontare con le proprie aspettative di ragazzina e proprio al culmine dei festeggiamenti si scatenerà la tempesta...
"...'Ogni pezzo presenta un intreccio di linee dorate o argentate unico e irripetibile per via della casualità con cui il vasellame si frantuma,' lesse. 'La tecnica Kintsukuroi si basa sull'idea che dall'imperfezione e da una ferita possa nascere una forma di maggiore perfezione estetica e interiore.'..."


domenica 3 luglio 2016

autoprodurre aceto da scarti di frutta


Da alcuni anni in casa autoproduciamo l'aceto di vino, curando, non troppo scrupolosamente, la cosiddetta "madre". Negli ultimi tempi però il nostro consumo di vini utili all'acetificazione, si é drasticamente ridotto e dover comprare il vino esclusivamente per farne aceto era un enorme controsenso.
L'idea é venuta fuori da un altro aceto che in casa non manca mai, l'aceto di mele, solo che quando ho iniziato l'esperimento non ne avevo abbastanza scarti di mela e così ho rivisitato la ricetta, utilizzando scarti di frutta e verdura che avevo a disposizione in quel momento, per la riuscita ottimale non bisogna utilizzare bucce di anguria, melone e banana, le verdure non devono mai superare il 15% del peso totale degli scarti, sono preferibili quelle molto zuccherine tipo le carote e comunque crude, gli agrumi si possono mettere ma in quantità limitate, ad esempio la buccia di un' arancia o di due limoni sul totale, si possono invece usare tutti i noccioli e semi di frutta, assolutamente da evitare scarti con muffe che oltre ad essere potenzialmente pericolose per la salute interferiscono con la fermentazione del composto.
1kg di scarti di frutta
2 cucchiai di zucchero
4 litri d'acqua
In un contenitore molto capiente mettere gli scarti lavati accuratamente e tagliata in pezzi di circa 2 cm massimo, aggiungere lo zucchero, mescolare e coprire con l'acqua. Coprire con un panno, lasciare riposare in luogo fresco e buio, come la cantina, avendo cura di rimescolare il composto almeno una volta al giorno per il primo mese, nei successivi due mesi basterà una volta a settimana.
Trascorso questo tempo potrete filtrare il composto ed utilizzarlo sia in cucina che in lavatrice.
Quanto abbiamo speso? Per 4 litri d'aceto circa 10 centesimi contro i 0,7€ al litro del supermercato.

martedì 28 giugno 2016

quando le mandorle diventano...formaggio

Quando si parla di formaggi vegani non bisogna pensare di poter ottenere gli stessi gusti e consistenze dei formaggi derivati da latte animale, soprattutto se non si usano troppe sofisticazioni industriali, in realtà sarebbe più appropriato per chi si avvicina alla pratica, chiamarle creme spalmabili oppure stuzzichini a seconda che ci si riferisca a prodotti freschi o stagionati, per non creare false aspettative.




Oggi vediamo come ricavare una sorta di formaggio dalle mandorle (nel mio caso lo scarto della preparazione del latte di mandorle), si potrà ricavare una crema spalmabile oppure si potrà stagionare.
200g di mandorle pelate e ammollate per almeno 4 ore oppure lo scarto solido del latte di mandorle
150/200ml di rejuvelac di riso
2 cucchiai di olio di oliva
3 cucchiai di lievito alimentare in scaglie
1/2 cucchiaino di curcuma
maggiorana o origano secchi
sale

iniziamo dal rejuvelac, non spaventatevi é solo lungo per i tempi di attesa ma non complicato:
mettere in ammollo una tazza di riso integrale (deve germogliare per cui solo quello integrale va bene) in 3 tazze d'acqua per una notte, la mattina scolatelo, sciacquatelo e scolatelo e lasciatelo germogliare tra 2 piatti, sciacquandolo almeno due volte al giorno, dopo 48 ore dovrebbe spuntare il primissimo germoglio versare il riso in una bottiglia a collo largo tipo quelle da salsa, riempitela con acqua e coprite con una garza, lasciar fermentare altre 48h, filtrare il tutto, si conserva in frigorifero qualche giorno e si può bere, ha un buon odore di lievito.
Passiamo alla nostra ricetta, prendete tutti gli ingredienti tranne il rejuvelac e il sale e metteteli nel cutter, aggiungete poco rejuvelac per volta fino ad ottenere la consistenza cremosa ma spessa come l'hummus di ceci.
Per la versione fresca mettere il composto in formine di silicone tipo muffin e lasciare a temperatura ambiente 16 ore dopodiché trasferire le formine in frigo una notte, consumare freddo.
Per la versione stagionata invece trasferite il composto in un colino a maglie strette con un peso sopra e lasciate sgocciolare a temperatura ambiente al massimo 16 ore, trasferite nelle formine di silicone e mettete in frigo 24h, toglietele dalle formine, spolverizzate con poco sale fino la superficie, trasferite nel forno a 50/60 gradi con lo sportello lievemente aperto per circa 2 ore, una volta raffreddato avvolgetelo nella carta forno e mettetelo nella parte più calda del frigo, tipo la porta in alto, e controllate ogni tanto che la carta non si bagni altrimenti cambiatela, dopo circa 45 giorni sarà pronto, ottimo inserito in spiedi alternati con melone o pere e uva serviti durante l'aperitivo.
Quanto si spende? Siamo sotto l'euro per 200g di prodotto se si utilizzano mandorle "già usate" per il latte.

lunedì 27 giugno 2016

esperimenti di permacultura

Cos'è la permacultura? Cosa significa? Come si fa? Queste sono state le prime domande che mi sono posta quando ho preso in mano per la prima volta il libro di Sepp Holzer.
Di sicuro questa non é una guida del fai da te, ma vuol essere uno spunto di riflessione ed una partenza per chi volesse "tornare alle origini". La permacultura non é altro che un'agricoltura ecosostenibile, nel rispetto dei ritmi naturali e dei cicli vitali di ogni pianta, anche quelle cosiddette infestanti, utilizzando meno interventi antropici possibili, e con minor fatica possibile...dunque fa per me!
Il problema della permacultura é che non c'è qualche manuale in cui si possano apprendere tutte le tecniche necessarie, perché molto si basa sul luogo che abbiamo a disposizione, il clima, la tessitura del terreno, il microclima, la vegetazione spontanea già presente, e dettaglio non da trascurare i vicini che spesso non accettano di avere terreni confinanti apparentemente trascurati.
Sicuramente con grosse superfici i problemi diminuiscono e diventa più facile gestire anche i vicini, a patto di stare distanti dal loro confine.
Una parte fondamentale del lavoro é costituita dall'osservare le piante, gli insetti, il terreno, il sole, il vento presenti nel nostro appezzamento; sarà necessario imparare molto sulle abitudini degli insetti e altri animaletti che troveremo, quali sono utili e quali no ed in questo caso quali siano i loro naturali nemici. Parlando di agricoltura comunque bisognerà imparare anche le varie proprietà delle piante, non solo quelle comunemente coltivate nell'orto di casa, ma anche le piante officinali ed aromatiche, le possibili consociazioni.
Detto questo é facile intuire che tutte queste competenze non possono e non devono essere raccolte in un manuale, ma devono essere acquisite necessariamente anche sul campo.
Ho letto alcuni articoli in cui si diceva che la permacultura non va bene per l'orto di città, é poco produttiva, porta malattie, non sempre é attuabile e di solito, nel caso di alcuni blog si diceva che é destinata al fallimento...in realtà questi "scienziati" non sanno cosa voglia dire la permacultura, si sono limitati ad esperimenti di durata limitata ad una stagione, hanno tolto le cosiddette infestanti, non hanno consociato le semine o se l'hanno fatto non in modo corretto, non hanno lasciato andare in seme le piante in modo che si seminassero da sole per l'anno successivo, non hanno fatto esperimenti sui biotopi ottenibili nei loro terreni, si sono limitati a mettere qualche pianta, lasciar crescere un po' di infestanti, e sperare che in qualche mese la produzione fosse la stessa ottenibile con anticrittogamici o qualche altra diavoleria moderna. E poi hanno avuto la faccia di dire che la permacultura non va. In realtà se continuiamo a ragionare con ottiche di produttività e del mercato la permacultura su una scala tempistica a breve termine non va bene, ma quello che rappresenta la permacultura é ben diverso da queste logiche innaturali, e non si può ragionare sul breve periodo. Ci vuole pazienza e voglia di imparare, e dopo alcuni anni di sperimentazioni probabilmente l'orto si condurrà da sé. Dire che si fa permacultura piantando 4 pomodori e legandoli con erba secca invece con la rafia é un'immensa cagata.
Personalmente da un po' di anni pratico la permacultura su una parte del mio orto, sono ancora in fase sperimentale per cui lascio che il Cinghiale coltivi una parte di terra fresando il terreno anziché aiutare l'insediamento dei lombrichi, estirpando erbacce invece di lasciarle da far brucare alle lumache (utili per eliminare le limacce), rincalzando anziché usare pacciamatura derivata da paglia o potature varie, alcuni alberi del frutteto li lascio potare altri, i più vigorosi sani e produttivi, sono come abbandonati a loro stessi, non ho i suoi problemi con le infestazioni di parassiti nelle monocolture, ormai non mi preoccupo più di seminare bietole insalate e spinaci, lascio che facciano loro, va da sé che non taglio l'erba, e quella che viene tagliata dal giardino la uso per le patate, metodo un poco meno produttivo ma salvaschiena, ho creato un'aiuola di accumulo, facendo le sponde con carta straccia, cartone fango e erbacce, all'interno scarti di frutta e verdura, paglia e terra o terriccio della compostiera tradizionale, inserito qualche lombrico da un'altra zona dell'orto, lo strato non troppo spesso di scarti risulta morbida dopo la decomposizione, che di solito avviene in qualche mese, si mettono o meglio si buttano le patate qua e la e si coprono di uno spesso strato di paglia, idealmente in primavera quando le piogge sono ancora abbastanza frequenti, quando iniziano a spuntare le piante si ricopre nuovamente di paglia e si bagna, al momento della raccolta basterà spostare un poco la paglia, patate piccole e tonde, zero zappa e schiena che ringrazia!
ecco le mie patate: