Questo libro era un po' di tempo che avrei voluto leggerlo, me ne é sempre mancato il coraggio, avevo paura dell'argomento, l'ITG oltre i termini previsti dalle leggi italiane, avevo il terrore delle emozioni che avrebbe suscitato in me, perché una madre non vorrebbe neanche che esistessero certe situazioni, facciamo così, non ne parliamo, ne neghiamo l'esistenza, e quando succedono non riusciamo a parlarne, le ignoriamo, negando la possibilità a chi le ha vissute sulla propria pelle di poter ricordare i propri figli, mai nati, ma pur sempre figli. Questo libro lo sconsiglio vivamente a chi appartiene alle cosiddette pro-life integraliste, perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Nessuno può sapere cosa avrebbe fatto al posto dei protagonisti, quando arrivi al settimo mese di gravidanza e si apre un baratro davanti a te, il figlio che hai tanto voluto, che hai cresciuto dentro il tuo corpo ha qualche problema che potrebbe non farlo sopravvivere al parto, o pur sopravvivendo conoscerebbe solo una breve vita fatta esclusivamente di sofferenze, la decisione di andare all'estero dove è permesso interrompere la gravidanza per gravissimi problemi del feto, e poi le conseguenze psicologiche che una decisione del genere porta con sé, il bisogno di espiazione, i giudizi della gente, il volersi annullare e non riuscire a tornare a vivere.
La scrittura é pienamente all'altezza dell'argomento trattato, il tema é molto forte, drammatico, terrificante, ma se ne deve parlare, senza giudicare, senza facili moralismi, non si può continuare a fare gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia.
E' un libro di cui ho sentito tanto parlare ma che ancora non ho letto. Con i libri troppo pubblicizzati non vado molto d'accordo se non dopo che si sono spenti su di loro i riflettori della ribalta. Magari piu' avanti...
RispondiEliminaIn effetti se non l'avessi visto per mesi e mesi tra i libri in primo piano non so se mi sarebbe mai venuto in mente di leggerlo...
Elimina