giovedì 29 settembre 2016

Bavaresi bicolori

Questi dolcetti dal sapore autunnale sono il frutto della rielaborazione della "bavarese al caramello" tratta dal libro 'Dolci Vegolosi', sempre fonte di ispirazione e che consiglio caldamente a chi fosse interessato a dolcetti semplici da realizzare ma sempre ricercati.
ingredienti per 4 stampini in silicone tipo muffin
100ml di panna vegetale
50 g tra mandorle e nocciole, ammollate per una notte e spellate
250ml d'acqua bollente
50g di cioccolato fondente autoprodotto
30g di zucchero di canna integrale
30g di malto di riso
1 cucchiaino scarso di agar-agar

per prima cosa preparare il latte di mandorle e nocciole versandole nel frullatore insieme all'acqua bollente e frullando per alcuni minuti, filtrate su un colino a maglie strette, tenete da parte un cucchiaio di okara che servirà per dopo.
Mettete a sciogliere a bagnomaria il cioccolato con il malto e 50ml di latte di mandorle e nocciole.
A parte sciogliere il resto del latte con l'agar-agar, la panna, lo zucchero e un cucchiaio di okara. Far sobbollire per 3 minuti.
Dividete quest'ultimo composto in due parti uguali, la prima versatela direttamente negli stampini, mentre la rimanente nel cioccolato fuso.
Quando il primo composto negli stampini si sarà abbastanza rassodato versare la parte al cioccolato e far raffreddare per poi passare almeno 3 ore in frigo.
Durante questa fase prestare molta attenzione a non far vibrare o prendere scossoni ai composti in via di solidificazione, l'agar-agar tende a liquefarsi.
Una volta solidificati potete toglierli dagli stampi e decorarli a piacere, ad esempio con del caramello.
Quanto abbiamo speso?circa 2€ per 4 porzioni.


sabato 24 settembre 2016

Pane rustico ai semi

Volete un pane un po' diverso ma semplicissimo da realizzare? Eccolo! Se ne preparate in abbondanza potete tagliarlo e congelarlo per averne sempre a disposizione.
ingredienti:
250g di farina integrale bio
250g di farina tipo 0
2 cucchiai di malto d'orzo
1 bustina di lievito di birra secco o un cubetto di quello fresco
2 cucchiai di semi di lino
2 cucchiaini di semi di papavero
2 cucchiaini di semi di sesamo
1 cucchiaino di sale
acqua per l'impasto

sciogliere il lievito in mezzo bicchiere d'acqua e lasciarlo riposare 20 minuti, aggiungere le farine ed iniziare ad impastare, aggiungere sempre impastando il malto, il sale ed un cucchiaio di semi di lino, aggiungere acqua fino ad ottenere un composto appiccicoso ma sodo, lasciar lievitare al riparo da correnti coperto con un canovaccio per un paio d'ore o fino al raddoppio del volume. Tostare in una padellina i semi di sesamo e papavero prestando attenzione a non bruciarli, appena raffreddati mescolateli ai semi di lino rimasti.
Al raddoppio dell'impasto trasferirlo in un'ampia teglia e ricoprirlo con i semi, lasciar lievitare coperto ancora un'ora, poi infornare a 200 gradi per 15 minuti e a 175 gradi per altri 5 minuti (il cambio di temperatura va fatto quando inizia a dorare in superficie).
Quanto abbiamo speso? Circa 0,75€ per 600g di pane, se lo andate a comprare questa é una delle tipologie più care, dal mio panettiere l'avrei pagato almeno il doppio!

venerdì 16 settembre 2016

cucina quasi etnica per bambini: burritos di verdura


Sono sempre stata convinta che anche i bambini dovessero mangiare di tutto, che dovessero sperimentare ogni sapore ed ogni cucina anche se non tradizionale, il pediatra all'inizio dello svezzamento mi disse con nonchalance che i suoi figli in tenerissima età avevano anche provato l'nduja, ecco in quel momento diciamo che mi é caduta la mandibola, però ho capito la logica, e poi provateci voi a spiegare al Nano che deve mangiare sempre la sua pappetta insipida mentre vede i genitori con i piatti pieni di cibi profumati, colorati e ovviamente proibiti.
Ieri sera ho preparato la mia versione dei burritos di verdure e ovviamente ne ho dovuto tenere un po' da parte senza funghi per il Nano. Il procedimento sembra molto lungo ma in realtà ci vogliono al massimo 35 minuti se preparate alcuni ingredienti in anticipo o usate quelli in scatola.
ingredienti per 2 1/2:



per la guacamole:
1 avocado piccolo
il succo di un lime
il succo di mezzo limone
un cipollotto
uno spicchio d'aglio
sale
peperoncino in polvere o fresco a piacere



Per le tortilla:
250 g di farina (mais o frumento o un mix)
120 ml d'acqua tiepida
1 cucchiaino colmo di bicarbonato
1 cucchiaino di aceto di mele
un pizzico di sale
3 cucchiai d'olio



per le verdure:
200g di funghi champignon
200g di fagioli borlotti o rossi lessati
1 pannocchia di mais cotta a vapore
un pomodoro grande e maturo
due peperoni piccoli o uno medio
una cipolla piccola
mix di spezie per tacos (peperoncino, cumino, paprica, pepe e sale)



Per prima cosa si prepara la guacamole, si frullano tutti gli ingredienti tranne il peperoncino, a questo punto prelevo qualche cucchiaio da tenere da parte per il Nano, poi si aggiunge il peperoncino al composto per gli adulti. Si lascia in frigo mezz'ora prima di consumare.




Per le tortilla invece mescolare la farina con il bicarbonato e l'olio, aggiungere poco alla volta l'acqua tiepida salata e dopo l'aceto di mele, impastare velocemente e formare 8 palline, mettere a riposare circa venti minuti e quando le verdure saranno pronte stendere le sfoglie sottilissime e cuocerle un paio di minuti per lato su una padella antiaderente molto calda ( ma la cottura deve avvenire a fuoco moderato).



Per le verdure, tagliate a fettine sottili la cipollina, a pezzetti i peperoni e i pomodori e fateli cuocere in padella con poco olio, dopo 10 minuti aggiungete i fagioli ed il mais, eventualmente aggiungete un poco d'acqua per non far bruciare il tutto, mettete un coperchio e fate cuocere altri 5 minuti, prelevate una parte delle verdure e mettetelo a terminare la cottura in una pentolina a parte, di solito aggiungo un po' di curcuma per il Nano. Al composto principale si possono aggiungere i funghi tagliati a fette o in quarti, le spezie e completare la cottura con coperchio aggiungendo se necessaria poca acqua per volta.


Quando sarà tutto pronto potete farcire le tortilla con verdure ed un paio di cucchiai di guacamole, arrotolare o piegare in due e servire ben calde.
Quanto abbiamo speso? Meno di 4€, sono circa 0,50€ a burrito, quanto costa mangiarli fuori o realizzarli con i preconfezionati? Almeno il quadruplo!
Buon appetito!






giovedì 15 settembre 2016

"La principessa e la cacca di mammut" Maria Loretta Giraldo

Questo bel libricino é entrato in casa nostra da poco, ma ha già rimpiazzato degnamente alcuni suoi predecessori. Narra la storia, un po' puzzolente, di una principessa, smorfiosa viziata e capricciosa, che per una magia della fata madrina viene rapita da un drago parlante e per aver salva la vita dovrà convincere un mammut a donarle la sua cacca. Sarà costretta ad operazioni di toeletta tra le più puzzolenti sul mammut e alla fine preparerà con le sue mani un tortino di cacca per il drago. Il lieto fine é ovvio, la principessa impara a non fare più capricci ed il drago la riporta a casa dove la fata madrina lo ritrasforma in un cavallo bianco di un principe che si innamora della principessa.
Il racconto è consigliato a partire dai 6 anni, probabilmente come prime letture, ma noi lo leggiamo spesso comunque, mio figlio ride ogni volta che si parla di puzze e cacche, unica accortezza che uso é non usarla prima della nanna perché tutta questa ilarità non aiuta a rilassarlo. Nonostante sia per bimbi "grandi" e le illustrazioni interne siano piccoline ed in scala di grigi (tendenti al verde) é un ottimo modo per passare un po' di tempo, poi é in carta 100% riciclata!

mercoledì 14 settembre 2016

La mia scelta di autoproduzione

Quando parlo del mio ideale di vita, fuori dal mondo e fuori dal mercato, vengo presa per matta, le persone mi guardano con gli occhi sgranati, si passa da un "ma chi te lo fa fare?" al ben più tragico (per me) "ma dove sta il problema un lavoro tu ce l'hai, non capisco perché dovresti fare una scelta del genere";
appunto, la gente non capisce, nell'immaginario comune l'ingegnere é la persona più felice del mondo, quindi non vi dovrebbero essere motivi sufficientemente validi perché io voglia lasciare il mio bel posto di lavoro; c'è da dire che tutte queste idee che affollano la mia mente sono sorte essenzialmente dopo il mio rientro dalla maternità; prima il mio lavoro mi piaceva, pensavo di fare il lavoro più bello del mondo, e niente avrebbe potuto scalfire questa mia convinzione.
Tutto questo PRIMA di tornare al lavoro da madre di bambino di 5 mesi e scoprire che:
-una madre é inaffidabile per cui non può certo occupare ruoli di responsabilità
-una madre é sicuramente meno capace di qualcuno che non ha mai fatto il suo precedente lavoro
-una madre che ha diritto all'orario ridotto per via dell'allattamento é un problema perché non parteciperà alle riunioni tutte strategicamente fissate nel suo orario di uscita
-una madre non farà mai straordinario

Ho pianto sei mesi prima durante e dopo l'orario di lavoro, sono stata spostata in 3 uffici diversi prima di trovare una scrivania stabile, ovviamente senza il mio consenso, visto che continuavo a mancare alle riunioni; il solo fatto di entrare in ascensore mi provoca conati quasi ogni mattina ancora adesso. Il disagio dovuto alla situazione é stato talmente forte che alla prima occasione ho chiesto il part-time a 30 ore, e adesso sto cercando di far quadrare i conti per diminuire il più possibile il tempo di permanenza in ufficio, e così, dopo queste premesse, ho scoperto il mondo dell'autoproduzione.
Come é ovvio, facendo da sé gran parte delle cose, il risparmio può essere notevole, ma in alcuni casi sono necessari alcuni esperimenti falliti per trovare la giusta soluzione. Diciamo che con un po' di pratica ho dimezzato le spese per gli alimenti, curando meglio l'orto, comprando quando necessario direttamente dal produttore, evitando il più possibile la grande distribuzione.
Inoltre, da quando la tv é diventata più che altro un soprammobile, non sento più l'impulso irrefrenabile ad avere uno Smartphone nuovo all'anno e neanche l'ultima innovazione tecnologica, al mio notebook si é rotta la barra spaziatrice (dopo 8 anni di onorato servizio) ed é almeno un anno che lo uso comunque. Qualcuno la chiamerebbe decrescita, ma secondo me é qualcosa di più complesso, chi decresce molte volte lo fa per necessità oppure perché é la moda del momento ma senza un reale bisogno e spesso investe il risparmio in qualche nuovo progetto, la mia idea invece sarebbe lavorare giusto il necessario per coprire le spese fisse (mutuo, assicurazioni, istruzione per il Nano) e risparmiare il mio tempo per fare qualcosa che non mi mandi in liquefazione il cervello per via dello stress e dell'umiliazione che mi provoca; che poi questo qualcosa sia stare tutto il tempo a leggere e scrivere recensioni di libri o cucinare come una pazza, poco importa, la vita è nel presente, mio figlio sarà piccolo solo una volta, non avrò altre possibilità di vivere, non posso rimandare ad un futuro incerto e lontano la mia salute. Sarò anche pazza ma voglio essere felice.

lunedì 12 settembre 2016

Minimuffin al cardamomo vegani

Questo post era finito tra le bozze da troppo tempo, cogliendo l'occasione del rientro al lavoro e la necessità di portarsi sempre qualcosa per fare colazione a prova di allergia, vi propongo una ricettina facilissima che di solito realizzo con lo"scarto" che rimane in centrifuga di pere o mele, ma si può fare anche con la frutta frullata, avendo l'accortezza di aumentare i tempi di cottura.

ingredienti per circa 30 minimuffin
500 g di scarto da centrifuga di pere o mele o entrambe
100 g di fecola di patate
140 g di farina
140 g di zucchero di canna integrale
125 g di yogurt di soia
la scorza di un limone bio
100 ml di olio di semi di soia
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaino colmo di cardamomo in polvere

mescolare tutti gli ingredienti, disporre i pirottini nelle apposite teglie e riempirli per 3/4, infornare in forno statico preriscaldato per 10 minuti (15 se usate frutta frullata) a 175 gradi senza mai aprire lo sportello, far raffreddare nelle teglie coperti da un canovaccio. Si conservano in sacchettini o contenitori ermetici per 3-4 giorni.
Quanto abbiamo speso? 1,20€ per circa 1kg di prodotto, contro 1,5€ dei muffin da 100g di pasticceria, oppure i 0,30€ delle merendine industriali da 35g. E non contengono schifezze!



venerdì 9 settembre 2016

"Come crescono i fiori?" Ed.Usborne - sollevo e scopro primi perché



Questo bellissimo libro illustrato ci ha fatto compagnia per tutta l'estate, abbiamo sollevato le alette per capire da dove vengono i fiori, cosa c'è sotto terra, di quali parti si compongono le piante, le funzioni degli insetti, dove si trovano i semi delle varie specie e come si diffondono, l'avvicendarsi delle stagioni, e i fiori più strani.
Dopo la prima lettura, siamo usciti in giardino e per prima cosa abbiamo seminato i girasoli, abbiamo dato da bere ogni sera, e dopo alcuni giorni, quando le piantine sono nate le confrontavamo con le varie fasi indicate nel libro.
Abbiamo capito che le fave sono semi molto buoni da mangiare, il tarassaco é divertente da soffiare, le fragole si riproducono in modo un po' particolare.
Abbiamo  guardato gli insettini fare il loro prezioso lavoro e ci siamo occupati di riconoscere le varie specie (ma questa é un'altra storia) ed anche guardato la pianta carnivora sperando mangiasse proprio davanti a noi, ma si vede che è timida..
Libricino consigliato a partire dai 3 anni, al Nano qualche aletta é rimasta in mano, ma dopo aver quasi consumato il libro! Molto carino, aiuta a scoprire il mondo della natura, per noi é stato il punto di partenza per guardarci intorno e imparare un sacco di cose nuove.
Ecco il nostro girasole mentre riceve una visita da un'apina laboriosa, proprio come nel libro!
 

sabato 3 settembre 2016

cucina giocattolo fatta in casa

Qualche mese fa il Nano ha compiuto 2 anni, e ovviamente non poteva mancare un regalo autoprodotto. L'idea del "cosa" creare mi é venuta vedendolo giocare appassionatamente nella sala d'aspetto attrezzata per bambini con una cucina degna di un castello, ( anche a casa in effetti ha sempre fatto carte false per poter giocare con mestoli e tegami), quindi mi sono detta perché non provare a farne una con materiali ecologici e risparmiare quei 100€, cioè lo sproposito che costano queste cucine plasticose. Premetto che sono abbastanza contraria ai giocattoli, soprattutto quelli che vanno a batterie, con mille luci e suoni, che peraltro il Nano archivia in tempo di mezz'ora e che matematicamente svaniscono nei meandri dell'armadio o donati a qualcuno che li possa apprezzare di più. Ecco ora sembrerò un genitore terribile, che toglie i giochi al bambino perché li considera diseducativi, ma se anche lui non li calcola forse un motivo ci sarà; credo di aver letto qualcosa in proposito anche sul metodo Montessori..comunque non é che il Nano sia del tutto privo di giochi, sono ammesse le costruzioni di ogni genere e grado (deformazione professionale) gli strumenti musicali, i giochi di legno e i peluche, poi ha la sua personale attrezzatura da orto, puzzle e libri a volontà, e ovviamente ogni tipo di colore, pennello o timbro. Mancava giusto la cucina all'appello. In rete si trovano moltissimi DIY con varietà di materiali e dimensioni da cui prendere spunto, e poi ognuno metta la sua fantasia!


 Per la cucina del Nano ho utilizzato:
3 scatoloni da pannolini, di cui uno un po' più alto per il frigorifero
4 pezzi di cartone spesso recuperato da un'altra scatola da imballaggio
altri pezzettini di cartone ondulato per spessorare l'attacco dei pomelli e chiudere il forno
colori a tempera, giallo, rosso e nero
colla di farina
un blocchetto di carta hobby per rivestire le ante e i laterali e da cui ricavare 3 cerchi per simulare i fuochi
4 pomelli in legno per cassetti
una maniglietta di legno per cassetti
il tubo di cartone su cui é avvolto l'alluminio da cucina per la maniglia del frigo
1 vaschetta ovale del gelato per il lavello
pennelli, forbici, matite e squadrette, cutter e sparagraffette, scotch di carta




La prima cosa da fare é prendere la misura e tagliare i ripiani, devono essere profondi circa 2 cm meno rispetto alla scatola in cui andranno inseriti (per permettere la chiusura delle ante) e lunghi circa 10 cm in più rispetto alla larghezza della scatola, questo per permettere di realizzare le alette che andranno piegate verso il basso e che andranno graffettate all'interno della scatola all'altezza prescelta. Io ho messo un ripiano a metà altezza nel lavello e un altro nel forno, altri 2 nel frigo (volendo si può realizzare anche un cassetto con una scatola di scarpe per bambini). Chiudete tutte le scatole con lo scotch di carta in modo che non si possano più aprire le alette.
Fatto questo si procede a segnare il contorno della vaschetta gelato/lavello e si realizza un buco di 2 mm più interno nel quale alloggiare la vaschetta semplicemente incastrandola; questo deve essere necessariamente il primo taglio in questa scatola, e deve risultare il più centrale possibile, per non avere punti di eccessiva debolezza nel cartone.
Adesso si può procedere a tagliare le ante sui lati privi di alette delle scatole, lasciate circa 2 cm rispetto ai bordi della scatola, ed il lato in cui ci saranno le cerniere non tagliatelo ma tirate una riga abbastanza calcata a matita, aiuterà a piegarlo per simulare le cerniere. Lo sportello del frigo deve essere a tutta altezza, mentre per il forno ed il lavello basterà lasciare una fascia superiore atta ad ospitare le manopole per i fornelli in un caso e non mostrare il fondo della vaschetta nell'altro.
A questo punto potete inserire i ripiani e graffettarli, poi si incollano insieme gli scatoloni e si procede a colorare il piano della cucina, e tutto quello che non avete intenzione di rivestire con la carta hobby, ci vorranno due mani di colore giallo, tre se le scatole sono di colori molto scuri. Colorate con il rosso i pomelli e le maniglie, di nero la parte centrale dello sportello del forno; ricavate un piccolo segmento allungato di cartone che sarà la chiusura del forno, coloratelo del colore che preferite. Quando tutte le tempere saranno asciugate potete incollare la carta hobby sulle ante e sagomarla in modo da creare la bocca del forno che avete dipinto in precedenza di nero. Incollate o fissate con la sparagraffette la maniglia del frigorifero. Per i pomelli e la maniglietta del forno invece dovrete usare le vitine fornite nel kit, bucando con una matita appuntita le scatole e spessorandolo con due o più pezzetti di cartone fino a poter stringere agevolmente le vitine. Su un pomello sovrastante il forno ricordatevi di inserire tra pomo e scatola la piccola striscia di chiusura, questa ruoterà verso l'alto per far aprire lo sportello del forno e verso il basso per chiuderlo. In ultimo incollate i 3 cerchi di carta hobby che simuleranno i fuochi, o volendo potreste anche dipingerli come vi suggerisce la vostra fantasia.
Finalmente si gioca!
Mi fate vedere le vostre opere d'arte?
Quanto abbiamo speso?circa 10€, e in più avrete realizzato un oggetto unico!


venerdì 2 settembre 2016

"Nessuno sa di noi" Simona Sparaco

Questo libro era un po' di tempo che avrei voluto leggerlo, me ne é sempre mancato il coraggio, avevo paura dell'argomento, l'ITG oltre i termini previsti dalle leggi italiane, avevo il terrore delle emozioni che avrebbe suscitato in me, perché una madre non vorrebbe neanche che esistessero certe situazioni, facciamo così, non ne parliamo, ne neghiamo l'esistenza, e quando succedono non riusciamo a parlarne, le ignoriamo, negando la possibilità a chi le ha vissute sulla propria pelle di poter ricordare i propri figli, mai nati, ma pur sempre figli. Questo libro lo sconsiglio vivamente a chi appartiene alle cosiddette pro-life integraliste, perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Nessuno può sapere cosa avrebbe fatto al posto dei protagonisti, quando arrivi al settimo mese di gravidanza e si apre un baratro davanti a te, il figlio che hai tanto voluto, che hai cresciuto dentro il tuo corpo ha qualche problema che potrebbe non farlo sopravvivere al parto, o pur sopravvivendo conoscerebbe solo una breve vita fatta esclusivamente di sofferenze, la decisione di andare all'estero dove è permesso interrompere la gravidanza per gravissimi problemi del feto, e poi le conseguenze psicologiche che una decisione del genere porta con sé, il bisogno di espiazione, i giudizi della gente, il volersi annullare e non riuscire a tornare a vivere.
La scrittura é pienamente all'altezza dell'argomento trattato, il tema é molto forte, drammatico, terrificante, ma se ne deve parlare, senza giudicare, senza facili moralismi, non si può continuare a fare gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia.

giovedì 1 settembre 2016

esperimenti di permacultura: parte seconda

Vi ricordate quando ho parlato della permacultura e del mio orto che si autogestisce? Oggi ho tirato su la paglia dalle patate ed ecco il risultato:

Cosa ne dite? A me sembra un gran successo!
Il rendimento é sicuramente inferiore rispetto alla coltivazione tradizionale, però bisogna sempre fare un rapporto costi/benefici per poter apprezzare veramente il risultato; come vi ho già accennato il lavoro più consistente é stato realizzare l'aiuola d'accumulo con le sponde in fango, paglia, cartone e carta straccia, che si é mantenuta egregiamente nonostante le piogge, anzi mi sembra più solida di prima; i rifiuti da compostare ovviamente non li considero un lavoro, visto che scaricarli nell'aiuola o nella compostiera non fa certo differenza; la paglia era comunissima erba tagliata dal giardino, anche a più riprese ed ammucchiata tra gli strati di compost ( esattamente come farei nella compostiera); le patate erano quelle dimenticate in un angolo della cantina che han iniziato a germogliare spontaneamente e non sarebbero state comunque commestibili; non ho dovuto innaffiare se non alla semina, cioè quando ho lanciato le patate malandate nell'aiuola e le ho coperte di uno strato abbastanza spesso di paglia, e poi circa un mese dopo, quando le piantine sono spuntate e ho messo un altro strato d'erba secca, giusto per inumidire ancora il substrato, poi il resto l'ha fatto la natura, io mi sono solo limitata a raccogliere i frutti ed é stato meraviglioso! Da 15 patate ormai inutilizzabili ho ricavato quasi 4 kg di patate, non molto grandi, é vero, ma pur sempre a costo zero! Non ho dovuto vangare, zappare, concimare, portare carriole di letame, innaffiare costantemente, tenere pulito da erbacce, e soprattutto, non ho dovuto zappare per tirare fuori i frutti di tanto lavoro, che di solito riducono ulteriormente la resa visto che molte finiscono tranciate in due dal tridente..ooops... Qualcuno fa altri esperimenti nell'orto e vuole condividerli con me?